Sboccia la primavera al Museo delle Genti d’Abruzzo e il polo museale del centro storico di Pescara spalanca le sue porte a percorsi artistici inediti in cui le esposizioni in corso si abbinano a concerti, letteratura, cinema d’autore, spettacoli teatrali e arte digitale.
Una stagione ricca di appuntamenti, nata dal confronto e dalla contaminazione con i contenitori artistici più vivaci e seguiti della città (in primis l’IndieRocket Festival e il FLA Pescara Festival) uniti all’energia della rete culturale territoriale. Il cartellone degli appuntamenti di primavera al Museo delle Genti d’Abruzzo è stato presentato stamattina durante la conferenza stampa, nella Sala Giunta del Comune di Pescara, alla quale hanno partecipato l’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo, il presidente della Fondazione Genti d’Abruzzo Roberto Marzetti, i consiglieri del cda Vincenzo D’Aquino e Adriana Gandolfi, il consigliere comunale del Pd Emilio Longhi e alcuni artisti locali. La struttura museale che si snoda nello storico edificio delle caserme borboniche, completamente rinnovata grazie al contributo prezioso del nuovo consiglio di amministrazione presieduto da Roberto Marzetti, si apre alla città grazie all’avvio di una serie di iniziative di pregio.
«Il Museo delle Genti d’Abruzzo – sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara Giovanni Di Iacovo – è il cuore culturale della città, una struttura di primo piano che sta vivendo una vera primavera. In questi mesi di ottima gestione, grazie all’impronta del nuovo cda, tantissime persone hanno scoperto la meraviglia di questo gioiello del centro storico, dei suoi luoghi e dei suoi spazi che si sono aperti per la prima volta alle iniziative culturali della città. Il tutto grazie a un’offerta caleidoscopica, un corredo di iniziative che fa rete con le realtà più vivaci del territorio, quali l’Indie Rocket Festival, il FLA Pescara Festival, il Collettivo Pepe, Murè Teatro e il Teatro Immediato, riuscendo a intercettare anche i nuovi talenti».
«Stiamo lavorando – evidenzia il presidente del Museo delle Genti d’Abruzzo Roberto Marzetti – per dare un futuro di rilievo a questa struttura di grandissimo pregio, anche se dobbiamo fare i conti quotidianamente con l’esiguità delle risorse. Abbiamo realizzato le mostre temporanee anche all’interno delle sale museali permanenti, senza separare gli spazi, in modo da favorire la fruibilità dei nostri percorsi. Abbiamo attivato tantissimi progetti di didattica, aumentati del 148 per cento rispetto all’anno precedente, e tanti altri progetti riconducibili a Horizon 2020».
«Credo che nessuna struttura o realtà culturale della città abbia le stesse potenzialità del MuGe per struttura, collocazione, esperienza e competenza del personale – rimarca Vincenzo D’Aquino, consigliere del cda delegato all’organizzazione degli eventi – l’orientamento del cda è rivolto verso due direzioni: considerare musica, teatro, cinema, poesia, letteratura e arte digitale un patrimonio del museo, così come le mostre e le collezioni permanenti, e aprirci alla città, mettendoci in relazione con i suoi protagonisti e le manifestazioni artistiche più vivaci. Tutto questo rappresenta, allo stesso tempo, una scelta di tipo culturale e una modalità nuova ed efficace, in un Paese in cui i fondi per la cultura sono sempre meno, per co-produrre iniziative, ottimizzare le risorse e realizzare anche un piccolo utile da reinvestire su nuove iniziative culturali». «Il MuGe – aggiunge Adriana Gandolfi, consigliera del cda – è un contenitore di memorie e un luogo di contaminazioni, un museo delle identità comuni e del territorio. Un film come “Mr. Rudolpho’s Jubilee” in programma lunedì prossimo in tre lingue, sottotitolato in italiano e anticipato da un concerto, diventa anche un passo per trasformarlo in un museo etnografico».
«Finalmente grazie alla ripartenza del museo ci stiamo togliendo qualche soddisfazione – conclude Emilio Longhi, consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura – possiamo fare sempre meglio, ma mi rallegro che le intuizioni iniziali sulle quali ho lavorato per due anni erano esatte e si riescano oggi a concretizzare».