Febbo, per Ara servono misure adeguate. “Dopo aver constatato in questi anni l’inconcludenza e l’incapacità della Regione Abruzzo nel risolvere le problematiche inerenti i Centri di Ricerca oggi vediamo, purtroppo, anche la sua inadeguatezza nell’affrontare le problematiche inerenti l’Associazione regionale allevatori (Ara) che da tempo una situazione difficile e ora a rischio chiusura definitiva”.
L’allarme lanciato è del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo. “Il comparto zootecnico abruzzese è di nuovo in sciopero poiché vive un momento di totale abbandono e sono mesi che si richiedono misure adeguate e mirate al fine di portare avanti le attività di servizio ed assistenza che l’Ara svolge da sempre in questo specifico settore. In Abruzzo abbiamo ben 2200 aziende zootecniche che rischiano seriamente di chiudere la propria attività. Dopo le innumerevoli nevicate di questo inverno e la grande siccità molti allevatori attendono risposte certe sia dalla loro associazione sia da questo esecutivo regionale sempre più latitante in questo settore. Inconcepibile che bisogna sempre arrivare alle vertenze sindacali per vedere qualche azione della Regione e dei suoi uffici”.
“Nello specifico abbiamo un ritardo sia sulle anticipazioni del 2017 sia sui saldi del 2014/2015. I 50 dipendenti dell’associazione vivono una situazione critica e difficile poiché hanno accumulato un ritardo delle retribuzioni di ben 34 mensilità e rimborsi spese per 28 mensilità. Le maestranze dell’Ara – spiega Febbo – sono state sottoposte, negli ultimi tre anni, a cicli continui di cassa integrazione e licenziamenti in attesa di una ripresa del settore che non si è mai verificata. Da tempo ho denunciato come questo settore vada rivisto alla luce delle deleghe e del ruolo che l’Associazione allevatori abruzzesi deve svolgere all’interno del comparto zootecnico. Pertanto – conclude Febbo – prima che si decreta il default del mondo zootecnico la Regione Abruzzo prenda una posizione seria e intervenga anche presso il Ministero per concludere una seria e adeguata riorganizzazione del settore e della stessa Associazione”.