Il modello d’autore di Nicola D’Antino all’Aurum. Nicola D’Antino, scultore di Caramanico molto operativo durante il fascismo è stato, tra l’altro, l’autore delle famose quattro Statue in bronzo che adornavano il Ponte Littorio di Pescara, inaugurato nel 1933, Statue allegoriche che rappresentavano le quattro attività economiche della nostra Provincia di quel tempo.
Queste opere furono trafugate durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata, prima di far saltare il ponte. Questa sottrazione ha destato grande curiosità tanto che qualche mese fa, unitamente a componenti del Comitato Pescaratutela/selfie, è stata inoltrata una denuncia internazionale per una possibile ricerca. Intanto, un collezionista ha offerto la possibilità di esporre per una serata il modello d’autore in bronzo (un metro per ottanta centimetri) di una delle Statue, ovvero il lavoro preparatorio per la realizzazione della Statua della Pastorizia. L’evento si è tenuto il 1° agosto presso il Piazzale Michelucci dell’Aurum ed ha richiamato una reale attenzione al recupero e alla valorizzazione del nostro Patrimonio Storico-Culturale. Intanto, va ricordato che con Vittorio Sgarbi (curatore) si sta lavorando ad una mostra antologica dello scultore per il 2018.
Nicola D’Antino nasce a Caramanico il 31 ottobre 1880 e muore il 3 novembre 1966. Artista importante nel panorama culturale italiano della prima metà del novecento. Autore delle fontane “Luminosa” e “Gemella” de L’Aquila, di due delle statue che adornano il Foro Italico a Roma e di tante altre sculture. Dopo l’inaugurazione del Ponte Littorio avvenuto il 14 agosto 1933 e progettato dal noto architetto Cesare Bazzani, che progettò anche il Palazzo delle Poste e la Chiesa di S. Cetteo, si decise di decorare il Ponte stesso. Si pensò, inizialmente, solo a 4 Aquile, che vennero collocate su alti piloni, ma successivamente si diede incarico a Nicola D’Antino per una cifra di 130.000 lire di realizzare 4 sculture in bronzo, da consegnare entro il 14 agosto 1935. I tempi furono rispettati e nel mese di Agosto vennero consegnate “le quattro statue in bronzo a decorazione del Ponte Littorio”, di natura allegorica. “Sono nudi femminili”, come scrive Gabriella Albertini, autrice di un’importante ricerca sull’artista “adagiati su basamenti lungo il parapetto del ponte (due per parte). Le figure rappresentano: la pastorizia, la pesca, l’agricoltura e l’industria. Quattro elementi che caratterizzano alcuni aspetti della regione Abruzzo”.Le sculture scomparvero, durante la seconda guerra mondiale, poco prima che i tedeschi in ritirata facessero saltare il ponte littorio. Infatti, nel volume di Bertillo e Pittarello “Il martirio di una città – Pescara e la guerra 1941/44”, si legge: “La 7^ Brigata Indiana di fanteria ebbe l’ordine di procedere verso Pescara alle ore 11.30 del 10 giugno. Con una jeep le avanguardie trovarono una circonvallazione lungo la linea ferroviaria e dieci ponti distrutti. Alle ore 13.00 il 7° squadrone da ricognizione entrò a Pescara con un carro armato Honey e un distaccamento di granatieri. Questo squadrone trovò i ponti sul Pescara completamente distrutti, ma entrò ugualmente nella città, da ovest, alle ore 15.30”. Per anni si è sostenuta la tesi che le statue fossero state fuse per riutilizzare il bronzo.