L’Aquila: maltrattamenti in casa famiglia, tre assoluzioni in Appello. Magistrati ribaltano sentenza di primo grado dell’ottobre 2015.
Riforma sostanziale della sentenza di primo grado da parte della Corte d’Appello di L’Aquila per una vicenda di maltrattamenti su migranti minorenni ospitati nella struttura “Marsica per noi” di Avezzano. I giudici di secondo grado hanno assolto il professore universitario in pensione Carmine Bisceglie di 74 anni, all’epoca titolare del centro di accoglienza, e la dottoressa Benedetta Cerasani di 40 anni, reggente organizzativa, dalle accuse di maltrattamenti perché ‘il fatto non sussiste’, e Antonia La Vita di 50 anni, un’operatrice, dall’imputazione di ingiuria, perché ‘il fatto non costituisce reato’. Per i tre imputati la Corte ha sentenziato il non doversi procedere per estinzione dei reati per sopravvenuta prescrizione per le residue imputazioni, sempre di maltrattamenti, per le quali c’era stata condanna. Sia a Bisceglie che alla Cerasani, in primo grado, era stata inflitta una pena di 2 anni e 7 mesi di reclusione, oltre all’interdizione temporanea dalla gestione dell’attività e al pagamento dei danni; l’operatrice era stata invece assolta dall’accusa di maltrattamenti e condannata a 2 mesi per ingiurie e percosse a sfondo razziale. Secondo l’accusa, rappresentata in tribunale dal pubblico ministero Roberto Savelli, i minori erano stati obbligati a svolgere gratuitamente pulizie di bagni, corridoi e lavori di ogni tipo e, in caso contrario, per punizione, veniva loro vietato di telefonare e di tornare a casa.
“Sono stato sempre convinto dell’innocenza dei miei assistiti, anche in primo grado mi sono battuto per dimostrare, prove alla mano, la loro estraneità – spiega l’avvocato Pasquale Milo, del foro di Avezzano, difensore dei tre imputati, -. Sono soddisfatto del verdetto di secondo grado che ha fatto giustizia su una vicenda che ha segnato la vita di persone rispettabili”. “C’è stata assoluzione su alcuni casi e questo fa capire che anche sul non luogo a procedere per avvenuta prescrizione per gli altri casi, ci sarebbero stati ampi margini per altri scagionamenti – conclude – Ci riserviamo altri approfondimenti alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza, che avverrà entro 90 giorni”.