Università Chieti, al via i test di medicina. Sono 1313 gli iscritti ai test di accesso alle Facoltà di Medicina ed Odontoiatria dell’Università D’Annunzio di Chieti. Appena 186 i posti a disposizione.
Un esercito di candidati giunti dal centro Italia per sostenere il test. Oggi, martedì 5 settembre, alle ore 11 sono stati aperti i plichi ministeriali con le 60 domande del test a risposta multipla: 20 quesiti di ragionamento logico (una domanda su tre), 18 di biologia, 12 di chimica, 8 di fisica e matematica, 2 di cultura generale. Per svolgere il test i candidati hanno avuto a disposizione 100 minuti. Ogni risposta giusta, lo ricordiamo, vale 1,5 punti, ogni risposta sbagliata ne vale 0,4 in meno, mentre i quesiti lasciati in bianco vengono conteggiati zero: quindi, di fronte ad un dubbio meglio non tentare la sorte. Al via le prove di ammissione ai corsi ad accesso programmato a livello nazionale. Gli aspiranti camici bianchi sono, a livello nazionale, 66.907 lo scorso anno erano 62.695. Il test è unico. I posti disponibili a Medicina e Odontoiatria sono circa 10.000 (9.100 per Medicina e 908 per Odontoiatria). All’ Università D’Annunzio di Chieti come già detto i posti disponibili per Medicina sono 186 di cui 10 riservati agli extracomunitari, e 43 per Odontoiatria di cui 5 èer extracomunitari. Il 13 settembre ci saranno i test per le professioni sanitarie con oltre 2000 pre-iscritti. A presiedere il concorso il Prof. Sebastiano Miscia, Preside della Scuola di Medicina.
Nei prossimi giorni toccherà agli altri corsi di laurea. Domani, 6 settembre, è prevista la prova per Medicina Veterinaria mentre è fissata per giovedì 7 quella per le aspiranti matricole per i corsi di Architettura. Mercoledì 13 settembre sono previsti i test per le Professioni Sanitarie. A seguire, giovedì 14 e venerdì 15, le selezioni, rispettivamente, per i corsi per Medicina e Chirurgia in lingua inglese e per Scienze della Formazione Primaria.
“Protestano i giovani aspiranti medici per “un nuovo taglio da 9224 a 9100 posti – dichiara Andrea Torti, Coordinatore di Link – Coordinamento Universitario- . La progressiva riduzione è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo”. Davanti ad Ortopedia, all’Università La Sapienza di Roma, e davanti ad altri atenei italiani, si è tenuto un flash mob degli studenti che contestano il numero chiuso”.
Se i test dovessero andare male l’alternativa è già pronta: iscriversi ad un’altra facoltà (magari di un’area didattica simile come, ad esempio, biologia) in attesa di ritentare la fortuna l’anno prossimo. Seguirà questa strada il 57% dei delusi. L’11%, invece, si prenderà una pausa dall’università ma si ripresenterà comunque tra dodici mesi. Il 6% proverà a intraprendere la stessa carriera ma all’estero. Solo il 18% dirà basta, rinunciando per sempre al sogno di diventare medico. Comunque quasi 9 ragazzi su 10 sono pronti a fare ricorso se dovessero accorgersi che qualcosa, durante le prove, non sarà stata fatta secondo le regole: il 49% si opporrà anche di fronte alla minima infrazione, il 39% ricorrerà solo per palesi irregolarità. Appena il 12% accetterà passivamente il responso, qualsiasi esso sia. Forse perché arrivare preparati all’appuntamento gli è costato sudore e denaro. Quasi un terzo dei candidati (il 31%) ha iniziato a studiare tra i 7 e i 9 mesi prima. E un quinto di loro (il 20%) ha speso più di 500 euro tra libri specializzati (36%), corsi di preparazione (25%), simulazioni online (27%) e lezioni private (6%).
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