Anche Striscia la notizia si è occupata del Laio, il “fiume di plastica” che scorre vicino Guardiagrele. Le associazioni Forum H2O e Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus segnalano altri ritardi nella messa in sicurezza.
Le associazioni stigmatizzano “l’inerzia delle amministrazioni” che ha aggravato una situazione già molto compromessa. Della vicenda se ne è occupata anche Striscia la Notizia, il servizio dell’inviato Pinuccio ha rilanciato il caso del “fiume di plastica” di Guardiagrele, portato all’attenzione dai due movimenti ambientalisti.
“Striscia la Notizia, con l’inviato Pinuccio, ha dedicato un servizio all’inquietante caso del fiume di plastica che scende, a partire dalle due discariche mai bonificate di Brugniti e Colle Barone, dai calanchi di Guardiagrele fino al fiume Laio e da qui all’Aventino, al Sangro e poi nel mare Adriatico. Nelle discariche – si legge nella nota del Forum H2O e della SOA – furono smaltiti non solo rifiuti solidi urbani, ma anche rifiuti ospedalieri e di aziende tessili. Durante il servizio, una testimonianza di Carlo Iacovella del CAI ha ricordato come il fatto fosse stato denunciato già nel lontano 1991. Da allora, tranne piccolissimi interventi alla base del calanco realizzati all’inizio di questo decennio e rivelatisi del tutto inefficaci e inutili (poi letteralmente travolti dal fango), non è stato fatto nulla e, come hanno potuto evidenziare le immagini realizzate con il drone da Striscia, i rifiuti continuano a rimanere in bilico sul calanco. Il fenomeno quindi continua ad essere alimentato, quando basterebbe un semplice e poco costoso intervento presso le due discariche, raggiungibili tranquillamente da strade asfaltate, per fermare almeno l’ulteriore peggioramento della situazione.
Intanto dai documenti continuano ad emergere particolari su quelle che appaiono come palesi inadempienze, anche recenti. Infatti, nel faldone delle carte accessibili, è venuto fuori che la Regione Abruzzo, dopo che l’ARTA aveva fin dal 2012 reiteratamente sollevato la questione della messa in sicurezza della falda, con una determina del 25 maggio 2017 (inviata al comune il 6 giugno 2017) aveva espressamente chiesto al Comune di Guardiagrele di:
1 – procedere entro il 31/08/2017 alla messa in sicurezza di emergenza della falda inquinata, che, tra l’altro, interessa le aree retrostanti le discariche, facilmente raggiungibili con strade asfaltate e dove ci sono delle abitazioni;
2 – depositare una adeguata garanzia finanziaria entro 30 giorni dalla data di ricevimento della determina (quindi entro luglio 2017);
3 – predisporre un progetto di bonifica entro il 31/08/2017”.
I movimenti aggiungono che dopo questa determina è trascorso un altro anno e che solo a novembre 2018 la Regione ha annunciato il finanziamento di 2 milioni di euro da destinare alla sistemazione dell’area.
“Dispiace che il sindaco Dal Pozzo e gli amministratori del comune di Guardiagrele, puntualmente invitati, non abbiano inteso partecipare all’assemblea pubblica che abbiamo organizzato per confrontarsi, documenti alla mano, su queste problematiche e per discutere sul futuro, considerato l’importante contributo messo in campo dalla Regione. Tra l’altro abbiamo avanzato per iscritto proposte concrete anche con azioni immediate e vorremmo capire se sono condivise. Poiché tutti i contribuenti abruzzesi dovranno far fronte ad un problema che doveva essere risolto dal Comune, la cui inazione ultra-decennale ha causato ed aggravato la situazione, ci pare il minimo sindacale che si risponda nel merito degli atti e che anche la Regione, come abbiamo fatto noi, proceda a segnalare il tutto almeno alla Corte dei Conti, affinché si verifichi se questo enorme esborso di denaro pubblico abbia qualche profilo di responsabilità”.