“Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ha invitato il Comune di Pescara a rivedere il limite di 30 chilometri su Via di Sotto definendolo “inadeguato” e “improprio”: a questo punto il sindaco Masci ha il dovere di rimuovere subito l’autovelox e avviare le procedure per annullare le sanzioni».
Lo affermano i consiglieri comunali del Partito democratico Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli e Marco Presutti, dopo la notizia diffusa dal Coordinamento Pescara Colli sulla nota inviata al Comune dalla Direzione generale per la sicurezza stradale del ministero, sollecitata dallo stesso Coordinamento, nella quale si legge testualmente che “le numerose infrazioni rilevate negli ultimi mesi mediante il sistema installato evidenziano una apparente inadeguatezza del valore del limite massimo di velocità imposto sulla Via di Sotto”, invitando il Comune “a voler riconsiderare gli attuali limiti di velocità imposti sulla Via di Sotto in funzione dei criteri e delle indicazioni contenute nella direttiva 777/06 e di verificare il rispetto delle disposizioni vigenti in termini di collocazione e segnalamento del sistema di rilevamento della velocità”.
«Parole molto nette che sconfessano platealmente la presunta “battaglia di civiltà” che il sindaco e la sua maggioranza hanno voluto lanciare contro un quartiere intero inondandolo con più di 20 mila sanzioni – spiegano i consiglieri di opposizione – abbiamo detto dal primo minuto che quello installato dal Comune non è un autovelox ma un bancomat, posizionato con una delibera approvata all’unanimità dalla giunta di centrodestra e la cui responsabilità ricade su tutta la maggioranza che in Consiglio Comunale ha bocciato ogni proposta presentata dal centrosinistra. Ora c’è la sensazione amara che qualcuno in Comune, anziché risolvere la situazione, abbia voluto spingere sull’acceleratore sperando che i cittadini pagassero in fretta. La giunta Masci in realtà sta spingendo il Comune di Pescara verso un muro, invaso da centinaia di ricorsi dei cittadini che saranno discussi nelle prossime settimane. Masci si fermi, anzi faccia subito marcia indietro. E inizi con un atto di umiltà chiedendo scusa ai pescaresi».
Questa, invece, la risposta del sindaco Carlo Masci, che sottolinea come “questa è la politica che va contro i pescaresi: tutti, non solo quelli multati”:
«Con stupore il Comune di Pescara si è visto recapitare la lettera di un dirigente di II livello del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con la quale si entra nella vicenda di via di Sotto con superficialità, indeterminazione e formulazioni dubitative e poco informate. La cosiddetta “richiesta di chiarimenti circa la corretta applicazione dei limiti di velocità sulla via di Sotto nel centro abitato di Pescara” è supportata da note generiche, per di più scandite da «sembrano», «risulterebbero», «immagini acquisite tramite internet», «apparente» e altre sfumature linguistiche che oscillano tra la raccomandazione e il consiglio, tra la nota burocratica e il fumus amministrativo. Di tutto questo chiederò conto direttamente al Ministro, poiché è in discussione un’ordinanza del sindaco di Pescara, non di oggi ma di otto anni fa, supportata dal Prefetto che è la massima espressione del Governo e dello Stato sul territorio. A lui stesso domanderò anche, in assenza di contestazione alla legittimità dell’autovelox, di indicare a me e ai cittadini pescaresi multati per eccesso di velocità una alternativa alla normativa che prevede il diritto soggettivo del ricorso al Prefetto stesso o al giudice di pace a fronte della sanzione amministrativa. Al dirigente di II livello della Direzione generale per la sicurezza stradale, vorrei ricordare che l’oggetto dell’intervento è proprio la sicurezza stradale e non le contravvenzioni al codice della strada, proprio per l’eclatante rovesciamento di causa ed effetto nella lettera inviata al Comune. Poiché dimostra con la genericità delle fonti alle quali ha attinto (il web) di non conoscere la situazione attuale né quella pregressa, fidandosi probabilmente delle segnalazioni che gli sono pervenute, sarebbe opportuno ricordare che i verbali elevati dalla Polizia Municipale contemplano casi di reiterate violazioni di venti o addirittura trenta volte. Il problema della pericolosità, sollevato a più riprese dai cittadini, ha le radici nel 2013, quando fu introdotto il limite dei 30 Km/h, e ha le sue tragiche manifestazioni in incidenti con morti e feriti: aspetti dei quali non si rinviene alcuna traccia nella lettera pervenuta al Comune. Infine desidererei sapere dal Ministro, qualora valessero i criteri adottati in questa lettera, se si dovranno rimuovere tutti i limiti di 30 km/h davanti alle scuole sulle strisce pedonali, oppure se occorra privilegiare la sicurezza sulla velocità come invece è chiaro in tutti i testi e i documenti legislativi europei e nazionali».