Il maltempo e i cambiamenti climatici hanno inciso negativamente sulla produzione di miele. Secondo uno studio della Coldiretti l’annata 2019 si sta confermando come la più critica e problematica di sempre per l’apicoltura nazionale.
In Italia esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori che è tra i più diffusi, da quello di arancia a quello di castagno più scuro e amarognolo, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane ci sono un milione e 400 alveari curati da oltre 51 mila apicoltori. Un mercato importante, significativo anche per l’ Abruzzo. Quest’ anno, a causa dell’ andamento climatico anomalo, la produzione di miele è stata pressoché dimezzata.
Il dato emerge da una analisi condotta dalla Coldiretti che ha analizzato le diverse ondate di maltempo caratterizzate da oltre un migliaio di eventi meteo estremi lungo la Penisola fra grandinate, trombe d’aria, tempeste di acqua e vento e ondate di calore, con un incremento del 56,4% rispetto all’anno precedente, secondo la banca dati ESWD. Una situazione che ha sconvolto la vita delle api considerate le sentinelle dell’ ambiente, dell’equilibrio naturale globale e della biodiversità.
Di miele si è parlato in questo fine settimana a Tornareccio la capitale del miele abruzzese, dove per il tredicesimo anno consecutivo sono stati accolti migliaia di visitatori anche da fuori regione. La manifestazione, organizzata e promossa dal Comune di Tornareccio, oltre ai produttori di miele, veri e propri protagonisti della due giorni, ha ospitato quest’ anno un ricco e selezionato mercato del gusto per un totale di ventotto espositori che rappresentano il meglio della produzione artigianale abruzzese. Particolare attenzione è stata dedicata alla ristorazione, con menu a tema miele, street food per tutti i gusti e tutte le tasche.
L’annata 2019 – conclude la Coldiretti – sta prospettandosi per l’ apicoltura nazionale come la più critica e problematica di sempre a causa dell’andamento climatico anomalo. Al caldo e siccità nei primi mesi primaverili sono seguite copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico per buona parte del mese di maggio che hanno compromesso le fioriture mentre nella estate bollente si sono verificate violente ondate di maltempo. Le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere con il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto delle oltre 23,3 milioni di chili del 2018 mentre le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat dalle quali si evidenzia che circa la metà arriva dall’ Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’ estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica” consiglia la Coldiretti. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.