L’Associazione Nazionale Forense interviene in una nota per sottolineare le richieste della Commissione Europea per rendere più veloci i tempi della Giustizia civile. “Occorre un’iniezione di denaro da spendere in persone e infrastrutture.”
La Commissione Europea: per rendere più rapida la giustizia civile non bastano (o non servono) riforme procedurali, ma occorre
un’iniezione di denaro, da spendere in personale e infrastrutture.
Nei prossimi mesi si parlerà ancora e forse ancora di più di eccessiva durata dei processi, visto e considerato che la pandemia ha comportato e comporterà ulteriori lungaggini nel loro svolgimento. Negli ultimi 20 anni il legislatore italiano si è incaponito a voler intervenire esclusivamente con riforme processuali e/o a costo zero, che non hanno arrecato grandi vantaggi in risparmio di tempo, che
hanno invece considerevolmente compresso l’esercizio del diritto di difesa, peraltro scoraggiato con non casuali aumenti dei costi di accesso alla giustizia. Ed anche sotto governi di diverso colore l’andazzo non è cambiato, le riforme hanno riguardato solo termini e forme processuali, aumenti di contributi unificati, chiusura di presidi di giustizia.
Ora c’è una grande opportunità a portata di mano, la si rileva nel Next Generation Eu, il documento presentato questa settimana dalla Commissione Europea sul ricovery plan da 750 miliardi di euro tra prestiti e sussidi in quattro anni, che servirà a far uscire il Continente dalla recessione economica provocata dal coronavirus.
Vi si legge che la disponibilità di una parte dei fondi destinati all’Italia dal Recovery Fund è legata proprio al loro utilizzo per velocizzare i processi: la Commissione Europea ribadisce implicitamente ciò che l’avvocatura ha sempre ripetuto in questi anni: per rendere più rapida la giustizia civile non bastano (o non servono) riforme procedurali, ma occorre un’iniezione di denaro, da spendere in personale e
infrastrutture.
Solo in questo modo, secondo Bruxelles, sarà possibile ridurre drasticamente la durata dei contenziosi civili, che sono uno dei tappi che
bloccano il rilancio economico del Paese. E su questi temi, conclude la nota dell’Associazione Nazionale Forense, l’avvocatura dovrà avere la capacità, la forza, lavoglia di farsi sentire, mostrandosoprattutto in questa occasione l’unità necessaria per perseguire un così importante obiettivo.
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