Il Movimento 5 Stelle denuncia lo sgombero fallito in Via Rigopiano a Pescara. Lo sfratto di abusivi finisce con un buco nell’ acqua.
Il fallimento di una operazione che nessuno racconta. Domenico Pettinari Vice Presidente del Consiglio Regionale afferma: “per liberare le periferie ci vuole costanza, uno sfratto non è un obiettivo raggiunto, ma un punto di partenza”.
“Sgombero fallito oggi in Via Rigopiano, ma nessuno lo racconterà, perché le forze dell’ordine ed il personale amministrativo Ater hanno dovuto fare dietro front e lasciare in casa una famiglia di cui i residenti del quartiere chiedevano da tempo l’allontanamento. Nonostante tutte le carte per lo sfratto fossero in regola, e in presenza sia dell’ambulanza che del personale medico per il trasferimento di cose e persone, nulla è stato possibile davanti alle proteste degli occupanti. Un buco nell’acqua, di cui nessuno ha raccontato nulla. Quello che deve essere chiaro a tutti è che nelle case popolari va fatto un intervento concreto che risolva i problemi definitivamente non spot ad orologeria” Ad affermarlo è il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che continua “I 400 mila euro stanziati dalla Regione per gli sfratti non bastano. L’ho detto tante volte e lo ripeto: liberare una casa occupata abusivamente costa, e in tutta la provincia di Pescara abbiamo oltre 250 case occupate. Ad oggi ne sono state liberate 2 su 250. Lo sfratto, inoltre, se non accompagnato da un posto fisso di polizia, adeguatamente addestrato ed equipaggiato, serve a poco. Siamo pieni di casi in cui dopo l’allontanamento, costato migliaia di euro alla collettività, la casa è stata occupata nuovamente anche dagli stessi occupanti precedentemente sfrattati. Siamo stanchi delle chiamate alla stampa per far vedere che tutto si sta risolvendo. Oggi tanti cittadini di via Rigopiano mi hanno chiamato sfiduciati raccontandomi la delusione, mista ad un senso di paura, quando hanno visto le forze dell’ordine andare via e gli occupanti rimasti indisturbati in casa. Accendere i riflettori su una situazione a rischio è giusto, ma lo scopo deve essere sensibilizzare la città e far vedere la reale condizione in cui vivono migliaia di pescaresi, ostaggi di criminali che comandano nei quartieri periferici. Non certo per dare l’illusione che tutto va bene. Che sia chiaro, io sono contento che dopo anni di battaglie del M5S finalmente qualcosa si muove e che si inizia a parlare di periferie su più fronti, ma uno sfratto non può essere raccontato come un obiettivo raggiunto, piuttosto come un punto di partenza su una strada che si deve continuare a percorrere con costanza, senza fermarsi mai”. Conclude.