Il candidato governatore Giovanni Legnini parla di una campagna elettorale ingannevole, commentando la venuta di leader politici ed esponenti del governo nazionale: l’Abruzzo trasformato in un campo di battaglia politico per le elezioni regionali. “Nessun impegno concreto è stato preso”.
“Questa campagna elettorale si è trasformata in una bolla propagandistica finalizzata a distrarre gli abruzzesi dal merito delle scelte del 10 febbraio”. Così Giovanni Legnini, candidato alla carica di governatore, commenta la parata abruzzese di big politici ed esponenti del governo nazionale in vista delle elezioni regionali.
All’indomani del 10 febbraio nessun big tornerà in Abruzzo, perché, pronostica l’ex vicepresidente del Csm: “Ci lasceranno solo Marsilio, a compimento di una gigantesca operazione propagandistica, una pubblicità ingannevole che danneggia gli abruzzesi e tiene conto solo degli interessi dei partiti romani”.
Per il candidato Giovanni Legnini questa invasione di ministri che incontrano elettori in scuole, università e ospedali, speculando sulla sofferenza della gente, tratteggia uno scarso senso delle istituzioni. “Tuttavia sono fiducioso che i cittadini sapranno scegliere in modo autonomo per difendere i nostri diritti di abruzzesi”, ha aggiunto Legnini.
E commentando l’arrivo dei tre leader del centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che a Pescara s’incontreranno per suggellare in via definitiva la candidatura di Marco Marsilio, Legnini aggiunge che si tratta di un’operazione che vuole mascherare un calo di consensi elettorali.
“Questa è un’operazione senza precedenti che sta trasformando l’Abruzzo in un campo di battaglia politico. A Pescara Meloni, Salvini e Berlusconi tenteranno di rilanciare la coalizione di centrodestra, ma i segnali politici fanno presagire una crisi di governo all’indomani delle elezioni europee”, ha dichiarato il candidato Giovanni Legnini. “All’atto pratico nessun impegno concreto è stato preso per questa regione”.