Teramo: in due a giudizio per usura ed estorsione. Secondo l’accusa avrebbero costretto un partner commerciale a sottoscrivere, a saldo e a stralcio dei debiti da lui maturati, una scrittura privata con la quale lo obbligavano a pagare 800 mila euro attraverso cessione di immobili di sua proprietà.
Un’accusa che oggi, al termine dell’udienza preliminare davanti al gup di Teramo Roberto Veneziano, è costata al legale rappresentante di una ditta teramana e alla moglie il rinvio a giudizio per usura. Per gli inquirenti, nel richiedere la cessione di beni per 800mila euro i due avrebbero applicato alla vittima del presunto reato tassi di interesse usuraio compresi tra il 98,51 per cento e il 1.510,32 per cento, a fronte di un tasso di interesse legale del 16,65 per cento. Accuse che ora dovranno essere provate a processo, con la prima udienza fissata per gennaio 2017. I due imputati dovranno rispondere anche di estorsione in quanto, sempre secondo l’accusa, avrebbero costretto il partner commerciale a firmare la scrittura privata incriminata dietro la minaccia di porre all’incasso precedenti assegni ricevuti in garanzia dall’uomo. I fatti contestati risalgono al 2009; il pm Stefano Giovagnoni aveva chiesto all’epoca l’archiviazione del fascicolo, archiviazione rigettata dal gup Domenico Canosa che aveva disposto l’imputazione coatta.