Processo tragedia Rigopiano: le difese presentano le perizie. Prossima udienza il 25 giugno.
Oltre 2000 pagine di perizie presentate dagli avvocati difensori degli imputati per il processo sulla tragedia di Rigopiano, nell’udienza odierna in tribunale a Pescara. Processo ancora nelle fasi preliminari ad oltre 4 anni dalla tragedia che vivrà un ennesimo passaggio non prima del 25 giugno, quando collegio dei giudici ed avvocati di parte civile saranno chiamati ad esprimersi sulle tante consulenze a discolpa degli imputati. Tre i temi principali affrontati in queste perizie: relazione effetto/casualità sulla valanga che il 19 gennaio del 2017 ha travolto l’Hotel; la gestione dell’emergenza da parte della Provincia e quella dei soccorsi da parte della Prefettura.
In uno studio presentato dall’Università “G. d’Annunzio” si dimostrerebbe che la valanga è stata causata dalla forte scossa di terremoto della tarda mattinata, tesi che andrebbe ad escludere eventuali responsabilità circa la scarsa prevenzione adottata in un’area soggetta a valanghe. Altra perizia, in particolare, riguarda la gestione dell’emergenza che, secondo il perito di parte, sarebbe stata affrontata come meglio non si poteva e che anche in caso di intervento tempestivo, questo non avrebbe consentito di salvare altre vite. Legata a questa anche la consulenza relativa alla gestione dei soccorsi in capo alla Prefettura. Consulenze dettagliate che dovranno essere studiate nei tempi giusti, ecco il motivo del rinvio al prossimo 25 giugno. Al termine dell’udienza tensione tra i parenti delle vittime per questo ennesimo lungo rinvio:
“Certo giustificato per studiare le carte – sostiene Gianluca Tanda portavoce del Comitato parenti vittime Rigopiano – ma sono passati più di 4 anni, noi e i nostri cari rimasti sotto le macerie stiamo ancora qui ad attendere che il processo vero e proprio abbia finalmente inizio.”
Emblematica la dichiarazione di Romolo Reboa, avvocato in rappresentanza di alcuni parenti: “Ovviamente i colleghi fanno il loro lavoro, ma non vorrei che da questo enorme volume di carte non si possa poi riassumere tutto in una paginetta e che sia l’ennesimo escamotage per alzare un pò di polvere. Va a finire che l’unico vero imputato da condannare in questa vicenda sia la montagna.”
L’avvocato Wania Della Vigna fa un’analisi ancora più dettagliata: “Ci aspettavamo queste perizie ed in ogni caso credo che il vero obiettivo da parte di molti imputati sia quello di ricorrere al rito abbreviato per poter eventualmente ottenere significativi sconti di pena.”
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