Bando Periferie Abruzzo, lunedì in discussione gli emendamenti del PD

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Il Governo come ampiamente riferito ha deciso di bloccare per due anni più di un miliardo e mezzo di euro destinati a progetti di riqualificazione delle periferie, un fondo che era stato approvato dai precedenti Governi Renzi e Gentiloni.

L’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI)  ha criticato duramente la decisione definendola un «furto» e decine di sindaci, in tutta Italia, hanno fatto sentire la propria protesta. Anche il deputato abruzzese Camillo D’Alessandro ha annunciato battaglia in Parlamento presentando un emendamento che sarà discusso lunedì prossimo in commissione. Il documento chiede di ripristinare i fondi già stanziati dai precedenti Governi a favore della quattro Città capoluogo di provincia cancellati al Senato con un emendamento nel Mille Proroghe. Tra i progetti a rischio ci sono quelli da 18 milioni di euro del comune di Pescara, quelli da 18 milioni di euro del comune de L’Aquila, quelli da oltre 11 milioni di euro di Chieti  e quelli da oltre 15 milioni per la città di Teramo. I tagli sono stati contestati da sindaci e amministratori locali e regionali di tutte le forze politiche comprese Lega e M5S. Scettico l’On. Camillo D’Alessandro sull’ accoglimento del provvedimento. Intanto  Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a nome di tutti i sindaci che contavano sulle risorse del bando periferie, bloccate dal decreto Milleproroghe, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendogli di intervenire per “evitare che tale scellerata decisione dispieghi in toto i suoi effetti nefasti” e per “ripristinare un importante, e strategico per il Paese, vincolo di solidarietà tra istituzioni”. Dopo l’audizione alla Camera, durante la quale Decaro con altri 25 sindaci ha manifestato la sua preoccupazione per “le gravissime conseguenze”, di una decisione “inaspettata” che privando Città metropolitane e Comuni di finanziamenti statali pari a 1,6 miliardi destinati alla riqualificazione delle periferie, “mortifica le aspettative di crescita sociale ed economica dei nostri territori”, Decaro si appella a Conte perché “con un suo autorevole e deciso intervento”, contribuisca a “rinsaldare e confermare quel vincolo di leale e reciproca collaborazione tra le diverse istituzioni del nostro Paese”. Che “non solo si fonda sul rispetto reciproco, ma soprattutto, sul dialogo e sul confronto”.

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