Assolti due stranieri dal Tribunale de L’Aquila dall’accusa di lesioni gravissime in danno di una giudice. I fatti si svolsero ad Ascoli Piceno. Ora la Procura dovrà valutare se sussistono le minacce e la resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il Collegio Penale del Tribunale de L’Aquila, presieduto dalla dott.ssa Alessandra Ilari, ha assolto con la formula “il fatto non sussiste” (art. 530 comma I c.p.p.) i due tunisini Ben Fattoum Afif e Ben Alì Mohamed, accusati di un tentativo di lesioni gravissime consumato in danno del magistrato Giuliana Filippello, all’epoca in servizio presso il Tribunale di Ascoli Piceno con le funzioni di Giudice per le indagini preliminari.
Secondo l’accusa, il Ben Alì in concorso con Ben Fattoum, avrebbe tentato di sfregiare il volto del Magistrato in occasione di un interrogatorio di garanzia che si sarebbe dovuto tenere presso il carcere di Ascoli Piceno il 13 aprile 2015, e, per tali fatti, nel gennaio del 2016 furono prima sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere richiesta dalla Procura della Repubblica de L’Aquila e poi processati con giudizio immediato dinanzi al Tribunale del capoluogo abruzzese. Il Pubblico Ministero Stefano Gallo, al termine della requisitoria aveva concluso per la condanna degli imputati alla pena di due anni e quattro mesi di reclusione, e in via subordinata, chiesto la derubricazione del tentativo di lesioni nel meno grave reato di minaccia.
L’avv. Vincenzo di Nanna difensore del Ben Fattoum, ha sostenuto “l’insussistenza del tentativo di lesioni e la contraddittorietà e illogicità dell’accusa, non potendosi riconoscere i requisiti dell’idoneità e non equivocità degli atti a una condotta meramente “autolesionistica”, così come descritta nel capo d’imputazione: …. estraendo la lametta e colpendosi con la stessa, compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco a sfregiare il volto di Filippello Giuliana…”. Ben Alì è stato difeso da un difensore d’ufficio nominato ieri in udienza.
Il Tribunale, pur assolvendo gli imputati dal grave delitto contestato, ha tuttavia ordinato la trasmissione dei verbali delle intercettazioni e delle testimonianze alla Procura della Repubblica de L’Aquila, per le valutazioni di competenza in ordine ai delitti di minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale.