Con la tradizionale marcia a piedi si è appena conclusa a Isola del Gran Sasso la XXXVI Tendopoli di San Gabriele. Il messaggio del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Santo Padre.
Il cardinale Parolin è arrivato a Isola con altri quindici sacerdoti provenienti da tutta Italia. Presente anche il vescovo di Teramo monsignor Michele Seccia, che in apertura della messa ha invitato i ragazzi a seguire l’esempio di San Gabriele e non essere “giovani pensionati del sofà”. Parolin e Seccia, al termine della messa, si sono uniti ai tendopolisti nella tradizionale foto davanti al vecchio Santuario. Grande la soddisfazione finale del fondatore della Tendopoli, padre Francesco Cordeschi, pronto a rinnovare ogni anno la storia della Tendopoli. Di seguito pubblichiamo il lungo e affettuoso saluto che il cardinale Parolin ha voluto rivolgere ai giovani intervenuti a questa XXXVI edizione della Tendopoli.
“Carissimi giovani – ha detto il cardinale Parolin poco prima della celebrazione eucaristica – è con grande gioia che mi ritrovo in mezzo a voi, a poche settimane dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia E’ stata un’esperienza esaltante e indimenticabile, vissuta insieme a papa Francesco e a una moltitudine di vostri coetanei provenienti da tutti i continenti. Il Papa stesso lo ha definito “un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale”. Quando in nome di Cristo la Chiesa convoca un Giubileo, siamo invitati a vivere uno straordinario tempo di grazia. Mi auguro pertanto che anche questa 36° Tendopoli, che ha avuto per tema la misericordia, sia stata uno straordinario tempo di grazia nel segno del Giubileo. Sono lieto di portarvi la vicinanza, il saluto e la benedizione del Santo Padre e vorrei in questa omelia della messa conclusiva riprendere alcuni punti salienti del suo ricchissimo insegnamento sulla misericordia e lasciarveli, insieme a tante altre cose belle che avete scoperto e sperimentato in questi giorni, come una mappa per il vostro futuro. Celebrare il Giubileo della misericordia significa innanzitutto fare esperienza della misericordia di Dio. Forse qualcuno di voi ha un peso nel cuore: non temete Lui vi aspetta. Lui è padre: ci aspetta sempre. Com’è bello incontrare nel sacramento della riconciliazione l’abbraccio misericordioso del Padre, scoprire il confessionale come il luogo della Misericordia, lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre. In questa luce il Papa ci invita a riscoprire le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Senza dimenticare le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Io ragazzi vi invito subito a fare un’opera di misericordia spirituale, l’ultima. Pregare Dio per i vivi e per i morti. La mia venuta tra di voi, infatti, ha riacceso in me, nella mente e nel cuore, il ricordo del mio primo incontro con la Tendopoli a Valencia, in Venezuela, (in Venezuela la Tendopoli si fa da 20 anni) dove ero Nunzio Apostolico, quando padre Francesco mi invitò lì nel 2011, come ora a celebrare la messa conclusiva. Sappiamo che il Venezuela si dibatte in pesantissime difficoltà sociali, politiche ed economiche, che stanno procurando grandi sofferenze a quella cara popolazione. Preghiamo per loro. Preghiamo perché i protagonisti della vita pubblica e le componenti della società siano saggi e coraggiosi a trovare soluzioni pacifiche e prevalgano in tutti il senso del bene comune, della giustizia, della solidarietà e dell’amore. Poi vi chiedo come ha già fatto il Papa di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese. Voi cari giovani siete creativi e concreti e non vi mancherà certamente la fantasia per esercitare in maniera nuova le opere di misericordia corporali e spirituali. Ricordatevi che la Tendopoli inizia oggi e continua domani a casa. E’ lì che Gesù vuole incontrarvi a partire da domani. Desidera venire a casa tua, abitare la tua vita ogni giorno: lo studio, gli affetti, le amicizie, il lavoro, i progetti e i sogni. Quanto spera che tra tutti i contatti e le chat di ogni giorno ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera. Quanto desidera che la sua Parola parli ad ogni tua giornata, che il suo vangelo diventi tuo, e che sia il tuo navigatore sulle strade della vita. Cari amici, siete venuti fin qui con i vostri zaini pieni di oggetti necessari alla vita quotidiana, ma anche colmi di richieste, di interrogativi, di disagi e di problemi da risolvere. Solo così Cristo potrà riempirlo. Egli non vi propone soluzioni facili, ma vi offre la pienezza di vita. Vi richiama a quei valori che nessuno potrà togliervi. Vuole colmare i vostri zaini con la sua amicizia, con la sua presenza, con la sua pace. Sappiate che Gesù è accanto a voi e non vi abbandona mai, anche quando tutto sembra crollare, quando la prova diventa sempre più dura e all’apparenza non si vedono vie d’uscita. Portatelo nelle vostre case, nelle vostre comunità, nei luoghi quotidiani, dalla scuola alla palestra, dal posto di lavoro alla parrocchia. Seguite l’esempio di San Gabriele che si è fidato e ha accolto l’invito del Signore. Non confondiamo la felicità con un divano, riprendendo l’efficace immagine usata dal Papa, durante la veglia della GMG, “un divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri. Un divano come quelli che ci sono adesso, moderni, anche con massaggi che ci garantiscano ore di tranquillità, un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci. La divano- felicità è probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più, che può rovinare di più la gioventù”. Questo è il messaggio che la Tendopoli ci lascia: aprirsi alla misericordia di Dio, lasciarsi avvolgere dalla misericordia. Solo allora troverete la felicità vera che nessuno potrà sottrarvi. Non tornate alla vostra routine quotidiana senza che queste giornate di condivisione fraterna, di riflessione e di festa non lascino una traccia. La comunione tra voi vi sostenga e vi accompagni sempre. Non manchi mai una Bibbia nei vostri zaini. Sia come una torcia che deve rischiararvi nell’oscurità. Lasciate che la Parola di dio parli al vostro cuore, perché in essa troverete la fonte della vita e la risposta alle vostre domande. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio e da tanta disperazione”.