La Fillea Cgil di Pescara ha organizzato un presidio dei lavoratori edili della provincia presso il cantiere “fantasma” di via Tavo angolo via Tronto. “Un paradosso di edilizia popolare”, spiega il segretario Dovi Aloumon.
“Si tratta di un’opera pubblica iniziata nel 2006 – spiega il Segretario Generale Fille Cgil Dovi Aloumon – per la realizzazione di 64 alloggi popolari e che doveva concludersi nel 2011. Ma da allora l’opera è ferma per contenziosi tra il Comune di Pescara e la ditta appaltatrice. Si tratta di una delle tante opere ferme, e quelle che stentano a partire e che potrebbero dare un rilancio al settore dell’edilizia nella nostra Provincia, settore minacciato da una crisi che dura da ormai anni. Mentre migliaia di famiglie soffre dei disaggio abitativo. Gli effetti di tale crisi sono devastanti e hanno prodotto drammatiche conseguenze sui volumi produttivi, sulle imprese e sul lavoro. La mancanza di risorse pubbliche, la stretta creditizia, la stasi del mercato immobiliare sono alcune delle cause che stanno portando il settore ad una paralisi pressoché completa e ad ulteriore abbassamento dell’asticella della legalità. La ricaduta di questa storica crisi del settore incidono pesantemente sul tessuto produttivo e sull’occupazione”.
Nella provincia di Pescara il numero di imprese iscritte alla Cassa edile è passato da 968 del 2008 a 512 nel 2016 con una riduzione di 456 imprese pari al 53%; ancora più negativo il bilancio degli operai: 5670 nel 2008 a 2718 nel 2016, con meno 2952 unità pari al 52%; le ore lavorate sono passate da 5.318.301 a 1.934.831 dello stesso periodo con una perdita di 3.383.470 ore pari a 64%; e una massa salari da euro 48.681.187 a 20.634.189, una riduzione pari al 58%, con pesanti ripercussioni sul bilancio della cassa edile e di conseguenza sulla riduzione delle prestazioni ai lavoratori.
“Oltre a questo la Provincia di Pescara si è vista chiudere 2 storiche cementerie (LA SACCI SPA di Pescara e la ITALCEMENTI di Scafa) con centinaia di lavoratori lasciati a casa, nonostante in Abruzzo dal 2009 esiste il cantiere più grande di Europa (la ricostruzione post sisma 2009) a cui si aggiunge il sisma 2016/2017. Oltre a numerose piccole imprese del legno, lapidei, del marmo che sono in fortissima difficoltà ma che purtroppo non fanno notizie. Siamo in piazza anche per questo. I 3000 lavoratori edili in meno da inizio crisi non sono spariti nel nulla ma sono ad elemosinare un lavoro in nero, sono trasformati in falsi lavoratori autonomi o in false partite Iva. Sono persone senza lavoro perché vecchie per essere assunte dalle imprese e senza la pensione perché giovane per andare in pensione. Per questi motivi che la Fillea Cgil di Pescara ha organizzato il presidio per porre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle amministrazioni locali il dramma che stanno vivendo lavoratori e imprese edili della Provincia, per rivendicare il lavoro (regolare, sicuro, dignitoso e con diritti); per ridare ossigeno ad un settore in crisi, facendo partire le opere, riqualificando le periferie”.
La Fillea Cgil di Pescara ritiene fondamentali le opere previste nel MASTERPLAN PER L’ABRUZZO che prevede per la Provincia di Pescara interventi quali ad esempio:
• La velocizzazione e raddoppio della linea ferroviaria Pescara – Chieti lungo la linea Pescara – Roma (10 milioni di euro)
• La Deviazione del Porto canale di Pescara (15 milioni di euro)
• La Riqualificazione dell’area di risulta (12 milioni di euro)
• Adeguamento del piano altimetrico del tratto tra C/da Blanzano del Comune di Penne e C/da Passo Cordone del Comune di Loreto Aprutino (36 milioni di euro).
“Sono alcuni interventi – prosegue Aloumon – di cui i finanziamenti sono previsti entro il 2020. Accelerare per fare partire queste opere, così come tante altre opere come la messa in sicurezza del territorio per evitare i dissesti idrogeologici, il Ponte Saline di Montesilvano, il completamento della Strada Parco, la realizzazione del depuratore più potente a Pescara con 30 milioni di euro di lavori, la bonifica della discarica di Bussi con 50 milioni di euro. Senza contare interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, degli ospedali, degli alloggi popolari. Sono interventi che dovranno trasformare il volto della nostra Provincia nei prossimi anni e per questo che noi scendiamo in piazza a chiedere lavoro e più attenzione ad un settore strategico per lo sviluppo del territorio. Chiediamo che in questi interventi, che sono lavori prevalentemente edile, si applichi il CONTRATTO DELL’EDILIZIA, con iscrizione dei lavoratori alle Casse Edili e versamento dei relativi contributi e non i CONTRATTI DI GLOBAL SERVICE o CONTRATTI METALMECANICI ai quali, purtroppo, stiamo assistendo ultimamente nei lavori edili, e che costituiscono elusione e evasione contributiva ai danni dei lavoratori e della Bilateralità (esempio palpante è l’appalto da 50 milioni di euro per la bonifica della discarica di Bussi sul Tirino vinto da una società Belga a cui fanno capo 5 imprese, che tutte applicano contratti diversi dall’edilizia, tranne una). Non è possibile una cosa del genere e la Fillea pensa di aprire, insieme alla Filca, Feneal, Ance e Cassa Edile, una vertenza su questo aspetto particolare per l’applicazione del Contratto Edile nei lavori della Bonifica della discarica di Bussi”.