Pescara: la storia di Mario, agricoltore per 40 anni, ed ora in strada a chiedere un aiuto e qualche euro perché non riesce a sopravvivere con 400 euro di pensione e 200 d’affitto da pagare. Come lui anche altri Italiani.
Siamo in centro, a Pescara. Fuori da una Chiesa, un signore distinto e decoroso apre la porta e fa per uscire, ci ferma e ci chiede se possiamo aiutarlo. Gli chiediamo in che modo e lui, con imbarazzo, quasi con vergogna ci prega di dargli un paio di euro o poco più. Ci fermiamo e gli chiediamo di raccontarci la sua storia. Non vuole essere intervistato, nemmeno senza essere ripreso. Ma accetta di raccontarsi. Mario (nome di fantasia) ha 76 anni e per 40 anni ha fatto l’agricoltore nell’hinterland pescarese. È italiano, abruzzese, vive in una casa in affitto a Pescara, 250 euro mensili, non troppo? Sì, se non fosse per il fatto che Mario percepisce 400 euro di pensione. “Fino a qualche mese fa – spiega – ce la facevo a campare, a sopravvivere. Ora non più”. Ma guai a parlargli di elemosina. “Chiedo solo un piccolo aiuto per poter vivere”. Oltre all’affitto, ci sono le bollette, e c’è la solitudine. La moglie è venuta a mancare qualche anno fa e Mario non ha nessuno. Spesso si reca alla mensa della Caritas per pranzare e probabilmente anche per ricevere un sorriso o scambiare quattro chiacchiere con qualcuno. Gli chiediamo se si sia mai rivolto agli amministratori politici, lui risponde di sì ma parla di appuntamenti fissati e poi puntualmente disattesi. Ma ciò che forse lo ha deluso di più è l’atteggiamento poco ospitale di qualche sacerdote, eccetto un paio, precisa, che gli hanno dato una mano. Ma ci sono altri Italiani, Abruzzesi nella sua condizione? “Sì, certo, ne conosco diversi”. È la povertà che non ti aspetti, quella decorosa, inimmaginabile di un uomo “normale”, vestito dignitosamente, che parla pacatamente, ti racconta con semplicità ma anche con un linguaggio corretto e puntuale la sua vita, la sua storia. “La prego, – mi dice quando gli chiedo se posso scrivere un articolo su di lui – non faccia il mio nome ma se serve a portare alla luce storie di Italiani come la mia, scriva pure”. Mario spera che tra qualche mese potrà avere un aiuto definitivo per permettergli di vivere dignitosamente. Intanto lo trovi ogni giorno, o quasi, in alcune zona di Pescara, non a chiedere l’elemosina, dice, ma un aiuto e, soprattutto, qualcuno che lo ascolti. Un signore come tanti, un pugno nello stomaco se pensi che potrebbe essere tuo padre o tuo nonno. Lo vedi passeggiare o sostare nei pressi di Chiese e Palazzo istituzionali che, purtroppo, non di rado restano chiusi.