Saranno i magistrati della Procura dell’Aquila a chiarire le responsabilità del crollo del soffitto sopra l’altare della chiesa di Santa Maria ad Triticum di Marruci, frazione del comune di Pizzoli.
Il crollo è avvenuto domenica scorsa cinque minuti dopo la fine di un battesimo, quindi solo per fortuna non c’è stata la tragedia. La chiesa era tornata alla fruizione dei fedeli da appena tre settimane, al termine di un intervento di ristrutturazione disposto da un bando di gara del Mibact Abruzzo, durato un anno, in seguito ai danni del terremoto di Amatrice (Rieti) del 2016.
Ieri i carabinieri e i Vigili del fuoco, che domenica scorsa hanno disposto la chiusura della chiesa, hanno effettuato un sopralluogo nel luogo del crollo per rilievi più puntuali. In particolare, i militari della compagnia dell’Aquila e della stazione di Pizzoli hanno ascoltato il parroco, don Mauro Medina. Consegneranno poi una relazione alla Procura. Si dovrà stabilire se il crollo di parte del soffitto, non oggetto di restauro, sia stato causato da un cedimento strutturale o da altro.
“Il soffitto sopra l’altare si è staccato quando eravamo usciti da cinque minuti – racconta il parroco – Era appena finito un battesimo e sull’altare c’erano tanti bambini oltre al battezzato e tanti adulti”. “Ora cercheranno di stabilire di chi è la colpa – continua il sacerdote – Ma è un discorso tra Soprintendenza e ditta che ha fatto i lavori. La realtà è che è stata sfiorata la tragedia: sono caduti pezzi di materiali pesanti, cioè intonaco e mattoni che avrebbero colpito sicuramente qualcuno. Non si è trattato di calcinacci”. Il parroco rivela che sul soffitto non si è intervenuti. “Ci hanno detto che era sicuro, quindi non è stato oggetto di restauro. Ora torniamo di nuovo nella chiesetta che però non è sufficiente per le esigenze di un paese di 1500 persone. Speriamo che il nuovo intervento possa essere sicuro e fatto in tempi brevi”.
Al momento né Mibact né la Curia hanno preso posizione sull’accaduto.