Guardiagrele: domenica le celebrazioni per il centenario della scomparsa del tenente di vascello Andrea Bafile, medaglia d’oro al valor militare, morto sul Piave nella notte tra l’11 e il 12 marzo 1918.
Ricco il programma che prevede, domani, domenica, alle 9.00, un ricevimento a Palazzo dell’Artigianato, in via Roma, dove verrà inaugurata una mostra di modellismo e una sui “Pittori del mare”. Poi, alle 10.30, ci sarà il trasferimento al sacrario di Bocca di Valle che ospita le spoglie dell’eroe della Marina militare, con l’alzabandiera del 3° Reggimento San Marco e delle altre forze armate. Il sindaco Simone Dal Pozzo, dopo che la banda della Marina Militare ha suonato l’Inno Nazionale, depositerà una corona di alloro sulla tomba di Andrea Bafile. Di seguito il raccoglimento e il suono del silenzio. Non può mancare la preghiera del marinaio e successivamente sarà scoperta una una lapide commemorativa con un testo scritto dal linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca. A mezzogiorno infine, nella centralissima piazza Santa
Maria Maggiore, l’atteso concerto della banda della Marina Militare.
“Il programma delle celebrazioni – ha detto il sindaco – è stato promosso con l’Associazione marinai d’Italia di Pescara che ha anche organizzato a Guardiagrele, per il prossimo 13 maggio, un proprio raduno interregionale”.
La storia e la vita di Andrea Bafile
Andrea Bafile (Monticchio di Bagno, 7 ottobre 1878 – Cortellazzo, 12 marzo 1918) è stato un militare italiano.
Pluridecorato tenente di vascello della Regia Marina, prese parte alla prima guerra mondiale dove si distinse particolarmente. Fu comandante di un treno armato, della torpediniera Ardea, e dopo aver preso parte come osservatore al bombardamento aereo delle Bocche di Cattaro insieme a Gabriele D’Annunzio (4-5 ottobre 1917), nei primi mesi del 1918 assunse il comando interinale del Reggimento fanteria di marina San Marco. Cadde in combattimento a Cortellazzo (Jesolo) il 12 marzo dello stesso anno, venendo insignito di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Primo dei dodici figli del medico Vincenzo e di Maddalena Tedeschini-D’Annibale, fratello del cardinale Corrado, nacque a Monticchio di Bagno (L’Aquila) il 7 ottobre 1878. Nel settembre del 1896 entrò presso la Regia Accademia Navale di Livorno. Nominato guardiamarina il 21 dicembre 1899, fu destinato all’imbarco sulla nave da battaglia Lepanto, allora nave ammiraglia della Squadra Navale. Promosso sottotenente di vascello nel 1902, effettuò numerosi imbarchi su altre navi (nave da battaglia Sicilia, avviso Messaggero, incrociatore corazzato Varese, la nave idrografica Eridano, l’esploratore Aquila, l’incrociatore torpediniere Iride) durante i quali si dedicò all’artiglieria navale, tanto da ricevere dal Consiglio Superiore di Marina, nel 1908, un pubblico encomio per il suo Studio sui congegni di mira. Ufficiale della Regia Marina dal 1902, venne promosso tenente di vascello nel 1907.
Prestò servizio sul incrociatore protetto Elba per quasi due anni (agosto 1908 – aprile 1910) e sulla nave da battaglia Vittorio Emanuele per i successivi 12 mesi. Trasferito nel luglio 1911 all’Arsenale di Venezia, in qualità di Ufficiale Dirigente la 1ª sezione tecnica della Direzione di artiglieria ed armamenti, fu incaricato di seguire i lavori dell’esploratore Quarto, varato nello stabilimento militare lagunare nell’agosto di quell’anno. Imbarcato quale direttore del tiro sulla medesima nave, la salvò dall’incendio divampato a bordo il 23 luglio 1913, che rischiava di farla esplodere; per quest’azione fu insignito della Medaglia d’argento al valor militare il seguente 27 luglio, onorificenza conferitagli da S.M. Re Vittorio Emanuele III.
Rinunciò alla promozione a capitano di corvetta e ad un incarico presso lo Stato Maggiore per poter continuare ad imbarcarsi sui navigli leggeri, dapprima come comandante in seconda del cacciatorpediniere Audace e poi come comandante della torpediniera Ardea fino al giugno 1917. Dal 4 al 18 agosto 1916 comandò un treno armato della Regia Marina operativo sulla linea adriatica. Tra il 4 e il 5 ottobre 1917 prese parte come osservatore all’attacco eseguito da 14 bombardieri trimotori Caproni Ca.33, del Distaccamento A.R. guidati dal maggiore Armando Armani e da Gabriele d’Annunzio, contro le Bocche di Cattaro, riportando una lesione alla cornea dell’occhio sinistro che ne pregiudicò l’attività aviatoria. Per questa impresa gli fu conferita la Medaglia di bronzo al valor militare. Nonostante la sua parziale infermità, verso la fine del 1917 ottenne di essere inviato sul Piave al comando del battaglione di fucilieri Monfalcone e poi del Battaglione d’assalto Caorle nel Reggimento San Marco.
Monumento dedicato ad Andrea Bafile dalla città di Jesolo
Partecipò alla difesa di Venezia, minacciata dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto: nella notte tra l’11 e il 12 marzo 1918 riuscì ad oltrepassare il Piave con altri quattro marinai per eseguire una ricognizione ma, nel riattraversare il fiume, nei pressi di Cortellazzo (Jesolo) fu scoperto e ferito. Riuscito a rientrare nelle linee italiane, morì poco dopo per la gravità delle ferite riportate in combattimento.
La tragica fine di Andrea Bafile suscitò grande emozione nell’opinione pubblica e segnò profondamente l’animo degli uomini al fronte: all’indomani della morte, il Capitano di vascello Alfredo Dentice di Frasso avanzò la proposta di conferire una Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Il 9 aprile 1918 il Battaglione Monfalcone venne reintitolato ad Andrea Bafile, prima medaglia d’oro del reggimento.
Sepolto nel cimitero di Ca’ Gamba a Jesolo, il suo corpo fu poi riesumato e trasportato con onori solenni in Abruzzo. Dal 20 settembre 1923 le sue spoglie mortali riposano in un sacrario scavato fra le rocce della Majella a Bocca di Valle, presso Guardiagrele (Chieti), realizzato a partire dal 1920 per commemorare i caduti abruzzesi della prima Guerra mondiale.Il sacrario presenta pregevoli pannelli in ceramica realizzati da Basilio Cascella e restaurati da Bozzelli Luigi, ed un’ara scolpita nella roccia da Felice Giuliante, scultore di Pennapiedimonte (Chieti).
Oltre a un Liceo Scientifico a L’Aquila, gli è stato intitolato un bivacco (m. 2,40 X 2,80 di lato con 9 posti letto) posizionato a quota 2669 sulla cresta sud-est della Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso d’Italia. Il rifugio fu inaugurato il 18 settembre 1966 dalla Sezione del CAI dell’Aquila.
La Marina Militare ha intitolato nel 1968 alla sua memoria una nave da sbarco indicata con il distintivo ottico L 9871 che restò in servizio fino al 1981. Posta in disarmo nel 1985 venne in seguito radiata nel 1988 e demolita nel 1990.
Gli è stata intitolata la Compagnia Operazioni Speciali del Reggimento San Marco e una caserma di lagunari a Malcontenta di Mira (VE)
Hanno preso il suo nome una strada di Roma, la via principale del Lido di Jesolo e tantissime altre strade di città e paesi italiani.
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Con l’approssimarsi del Raduno straordinario interregionale dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia organizzato dall’A.N.M.I. di Pescara a Guardiagrele (CH) per domenica 13 maggio 2018, in occasione delle Celebrazioni per il Centenario della morte di Andrea Bafile, si segnala che l’anniversario della morte del Comandante Bafile, il giorno 11 marzo 2018 è stato ricordato anche nella città di Venezia con una “Celebrazione eucaristica in memoria dell’Eroe aquilano” nella suggestiva chiesa di San Biagio, la Chiesa dei Marinai.
Erano presenti l’ammiraglio Andrea Romani, Comandante I.S.M.M. (Istituto di Studi Militari Marittimi - Venezia), il Direttore del Museo Storico Navale, Comandante Agostino Federico, il Consulente Scientifico, ammiraglio Lorenzo Sferra, gli allievi della Scuola Navale Morosini, le Associazioni dei Cavalieri di San Marco, dei Combattenti e Reduci, del Nastro Azzurro, dei Marinai d’Italia di Priverno (LT) e di Venezia.
Alla conclusione è stata consegnata una cartolina ricordo, sponsorizzata dai Cavalieri di San Marco, che mostra la bandiera italiana e la foto dell’eroe.
Le gesta del Comandante Andrea Bafile sono state illustrate dal tenente di vascello Sandro Paglia, Presidente Onorario dell’A.N.M.I. di Priverno che vive in Veneto.
Andrea Bafile morì la notte tra il 10 e l’11 marzo 1918.
Ecco, con precisione, l’azione per la quale gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Comandante di un battaglione di marinai, preparò una operazione sulla estrema bassura del Piave, osando, con 4 suoi “arditi”, una arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente. Tutto vide e frugò, e sventato l'allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi arditi. Rifece allora DA SOLO la via pericolosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito.
Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d'animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto al lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano.
E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del più puro eroismo.
Basso Piave, 12 marzo 1918.
Andrea Bafile morì per salvare la vita a un suo sottoposto.