Certificati falsi: in inchiesta anche un latitante. Aratari respinge accuse. Domani interrogatori in carcere Pescara.
C’è un latitante nell’inchiesta della procura di Avezzano che ha portato alla scoperta, da parte della Guardia di Finanza, di un ‘emporio’ per certificati falsi per ottenere in cambio di danaro permessi lavoratori, pensioni e risarcimenti assicurativi. Tra le dieci persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare è ancora irreperibile il 52enne carabiniere in congedo Giuseppe Agostinacchio, che si trova in Galles dove si sarebbe trasferito per vivere lasciando Roma. Secondo quanto si è appreso, l’uomo, al cui carico è stata emessa la misura degli arresti domiciliari, attraverso il suo avvocato ha comunicato alla Procura di non avere intenzione di tornare in Italia e consegnarsi alla giustizia.
Gli inquirenti stanno valutando la possibilità di spiccare un mandato di cattura internazionale che automaticamente porterebbe all’inasprimento della misura con il carcere. Intanto, oggi è stato interrogato nel carcere di Avezzano uno dei tre finiti in manette: si tratta di Arnaldo Aratari, 60 anni, di Gioia dei Marsi, ex professore e patron del centro di riabilitazione Medisalus, il quale ha respinto le accuse spiegando che è vittima di una macchinazione. Domani sono previsti, questa volta nel carcere di Pescara, gli interrogatori di garanzia per gli altri due arrestati: la figura chiave dell’inchiesta perché produceva i certificati falsi, il responsabile del centro di igiene mentale della Asl ad avezzano, Giuseppe Gallese, 62enne ex candidato sindaco per Fi alle elezioni di Avezzano nel 1997, che ieri mattina aveva evitato evitato il carcere perché ricoverato la sera prima in una struttura psichiatrica di Tivoli (Roma), da dove è stato dimesso e trasferito a Pescara, e di Orlando Morelli, 43 anni di Avezzano, pregiudicato, uno dei clienti di Gallese. Sono 18 le persone sotto inchiesta: tre in carcere, dieci ai domiciliari e 8 indagate.