Asl Chieti: Febbo interviene su scelte e gestione di radioterapia e diagnostica integrata.
“Sapere che l’Azienda Sanitaria intenda rinnovare la propria dotazione tecnologica di Radioterapia e Diagnostica integrata dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti è sicuramente un fatto positivo e meritorio. Comprendere, invece, come si è arrivati a determinare la proposta, le ragioni e soprattutto l’accettazione della valutazione economica finanziaria della gestione di nuovi macchinari solleva e mostra molte perplessità e diversi interrogativi senza trovare risposte plausibili”.
Questa la denuncia sollevata dal consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a Chieti.
“L’esigenza di rinnovare i macchinari – spiega Febbo – viene illustrata nella delibera 1007 del 21 agosto scorso a firma dei vertici apicali della ASL Flacco, Petrella e Orsatti dove vengono affidati ad una costituendo rete temporanea d’impresa sia la gestione dei servizi di Radioterapia e Diagnostica sia la progettazione e realizzazione di lavori accessorie e le loro istallazione tecnologiche. Voglio evidenziare come l’Ospedale di Chieti dispone di n.1 Acceleratore lineare Synergy Elekta di ultima generazione (anno di acquisizione 2014), di n.1 Acceleratore lineare Oncor Siemens (anno di acquisizione 2006- attualmente non è in grado di eseguire tecniche moderne di Radioterapia ed è soggetto a numerosi fermi –poiché obsoleta – per i quali si sostiene oneri di manutenzione annuali pari a euro 410.349,88, di n.1 PET – CT in servizio costo annuale euro 407.358,00 e utilizzo apparecchiature RM dell’Università – Itab per le quali si sostiene un costo annuo di euro 350.000.
Qui nasce una prima osservazione. Come mai dal 2014 ad oggi i vertici aziendali non hanno mai provveduto a sostituire attraverso l’acquisto, il leasing o altra modalità l’apparecchiatura in dotazione presso il SS Annunziata dal 2006? Eppure mi sembra che il bilancio lasciato dal precedente Governo regionale chiudeva con un piccolo segno positivo di 213.000 euro, con accantonamenti importanti da investire proprio sui macchinari.Mentre per il periodo intermedio, in attesa dell’avvio e utilizzo della nuova apparecchiatura, (sono 22 mesi previsti da contratto ma considerando che ad oggi alcuna richiesta neanche urbanista è pervenuta al Comune di Chieti per la realizzazione del bunker, realisticamente perdiamo di 36/40 mesi) sarebbe curioso sapere sempre dall’Asl come verrà gestito il servizio ed i reparti ad essi collegati?
Invece entrando nel merito e nello specifico della delibera rileviamo e riscontriamo diverse criticità e contraddizioni: 1) La valutazione economica finanziaria non è stata mai proposta da nessun Direttore di Dipartimento, ma bensì dai vertici Asl e si basa su una nota del Rup con i relativi allegati ad esso girati, espressioni di relazioni prodotte in maniera autonoma e in tempi diversi tra loro, senza una relazione finale conclusiva a firma di tutti i Componenti del Gruppo di lavoro istituito all’uopo con delibera Aziendale n.102/2017, senza un verbale di insediamento di tale Gruppo, senza successive documentazioni di relative sedute, senza gli atti delle riferite prescrizioni del Gruppo di Lavoro con le relative modifiche che l’operatore economico ha presentato nelle date 10.12.2017, 20.02.2018, 13.06.2018 e 12.07.2018. 2) Nel documento del Rup si ipotizza la spesa di mobilità passiva per 200 pazienti in ambito regionale o extraregionale con lo sviluppo di un costo di euro 1.157.228 (mobilità regionale) e euro 1.483.529 (mobilità extraregionale) ma “stranamente” nella tabella riassuntiva le due voci (chiaramente alternative tra loro perché se 200 pazienti vanno tutti nelle altre Asl della Regione non possono andare bene anche per le Asl extra regionale e viceversa) vengono sommate e produrrebbero una ipotesi di costo di euro 2.640.758; 3) esaminando lo storico indicato dal Rup per l’anno 2016 si evidenzia un costo per la mobilità passiva regionale n.200 pazienti euro 1.157.228 e mobilità passiva extra regionale n. 250 pazienti euro 1.847.433 totale euro 3.004.662 (quello che la Asl deve rimborsare per l’anno 2016) ma mancano i dati della mobilità attiva sia regionale che extra regionale, quindi il dato è tecnicamente drogato (cioè alterato in eccesso); 4) nella relazione di un Direttore -allegato 4- viene chiesto di supportare i costi della spesa per farmaci non inferiore a euro 500.000, richiesta che però non trova riscontro nella relazione finale del Rup , mentre dalla relazione dello stesso Direttore si evince che le precedenti richieste sono state recepite “solo” in parte; 5) nell’allegato 5 un altro Direttore invece chiede, senza avere mai risposta, la validità di un giudizio tecnico amministrativo su cinque questioni questioni: quadro economico di sintesi, meccanismo di remunerazione, canone di disponibilità e corrispettivo a prestazione radioterapia, incidenza del corrispettivo sul valore delle prestazioni; 6) il Gruppo di Lavoro è composto di 13 figure di altissima professionalità, tra cui 9 Direttori U.O.C. ma nella delibera ci sono allegate solo 4 relazioni di 3 Direttori UOC. Peraltro dalla lettura nella relazione del Rup il “Gruppo di lavoro ha espresso una serie di prescrizioni volte a rendere la proposta rispondente agli obiettivi strategici della Asl” – testuale – ma non si ha contezza dell’esito dell’esame prescrizioni; 7) La consulente dott.a Veronica Vecchi con nota dell’8.8.2018 ha espresso parere sulla relazione dell’ing. D’Amico (Rup) datata 16.08.2018 – senza parole! – sempre la consulente valorizza in 6 milioni di euro la mobilità passiva, che invece nella relazione del Rup è di euro 8.551.841 cifra posta a base per dare un giudizio economico positivo e sostenibile”.
“Pertanto – conclude Febbo – appare necessario chiarire alla luce di lacune e passaggi amministrativi poco chiari chiedere conto al Direttore della Asl e al RUP convocati in Commissione Vigilanza per mercoledì 10 ottobre, con la speranza di avere risposte chiare e plausibili senza essere costretto a rivolgermi ad altre Autorità per segnalare le mie perplessità spiegate. Resta il fatto che sono emerse gravi discordanze documentali per arrivare alla valutazione economica finanziaria dei macchinari ma soprattutto emerge una scarsissima capacità programmatoria da parte dei vertici Asl che negli ultimi 5 anni non hanno saputo affrontare neppure le sfide del rinnovamento tecnologico da inserire nei nostri ospedali”.
Il servizio del Tg8