Il consiglio direttivo di Diritti Diretti è amareggiato nell’apprendere che l’altalena per bambini disabili, generosamente offerta dalla Onlus della compianta Simona Petaccia nel 2013, è stata estromessa dall’area giochi della Villa Comunale di Chieti.
La Villa, recentemente, è stata messa in sicurezza con una recinzione a misura di bimbi.
“L’altalena – scrive Diritti Diretti – fu un dono che Simona Petaccia, l’indimenticata fondatrice di Diritti Diretti, volle elargire alla Città di Chieti attraverso una raccolta fondi che coinvolse migliaia di sostenitori e il suo esempio fu poi seguito da molte altre città d’Italia. Purtroppo, poco tempo dopo, l’altalena divenne bersaglio di atti vandalici e nessuna istituzione comunale si è mai preoccupata di ripristinarla e riconsegnarla ai bambini.
In questi giorni l’ultimo oltraggio: la recinzione messa a protezione dell’area giochi non include l’altalena, che giace desolata e abbandonata a se stessa, preda dell’incuria e del disinteresse generali. Che messaggio recepiscono i piccoli cittadini di Chieti che si recano nell’area giochi? Che i loro coetanei con delle disabilità possono essere esclusi ed emarginati? Che è meglio che si divertano da soli, in aree separate dagli altri? Che i giochi dedicati a loro possono essere lasciati all’abbandono e all’incuria?
La Onlus Diritti Diretti deplora questa decisione, sicuramente frutto di una valutazione frettolosa e superficiale, ma è convinta che il suo appello affinché l’altalena sia riparata e inclusa nell’area giochi venga raccolto delle autorità competenti del Comune: sarebbe un bel segnale di attenzione verso i soggetti più deboli e un gesto di forte valenza educativa. Diritti diretti si è sempre battuta per dare a ognuno la possibilità di sentirsi pienamente parte della collettività, e anche far giocare dei bambini con mobilità ridotta insieme agli altri è un’opportunità di integrazione preziosa per tutti. Perciò, con la certezza di trovare interlocutori attenti, da parte di Diritti Diretti ci sarà la massima disponibilità a dialogare perché, come la fondatrice Simona Petaccia amava ripetere, i risultati si ottengono solo con la collaborazione. E col sorriso”.