Il primo stop al Referendum consultivo per uscire dai confini del parco nazionale del Gran Sasso arriva dal Consiglio superiore della magistratura, che non ha dato il permesso a un giudice di entrare a far parte del comitato dei garanti, necessario per rendere ammissibile l’azione referendaria.
Il comitato – che non intende fermarsi e anzi denuncia la volontà politica di affossare il referendum e di non voler realizzare il masterplan regionale per lo sviluppo del Gran Sasso – parla di vizio di togliere la parola ai cittadini sulle materie ambientali, come avvenne in passato con l’istituzione dei Sic, i Siti di interesse comunitario, che bloccano spesso progetti di sviluppo del territorio aprendo il varco a ricorsi al Tar.
Ora la palla passa di nuovo al Comune, che dovrà redigere un nuovo statuto per il comitato referendario nel più breve tempo possibile. Intanto, però, per l’azione referendaria dei no-Parco si prospettano almeno tre mesi di stop all’iter che dovrebbe portare al referendum consultivo.