Vernissage di prestigio domani alla galleria Vistamare di Pescara che ospita la nuova mostra di Joseph Kosuth, tutta ispirata al lavoro di Ovidio.
L’inaugurazione si terrà domani, sabato 25 novembre, alle 18.30, negli spazi espositivi di Vistamare, in Largo dei Frentani. La mostra “Joseph Kosuth Maxima Proposito” vede l’artista confrontarsi per la prima volta con il poeta di Sulmona, contemporaneo di Orazio e Virgilio. Kosuth si è “appropriato” di alcuni testi ovidiani scritti durante il regno d’Augusto, apogeo della civiltà romana, epoca colta, cosmopolita e sofisticata.
“L’artista presenta una selezione di scritti in inglese e in latino che costituiscono assieme un’istallazione site-specific che percorre le quattro stanze della galleria. Ciascun frammento di testo è anche da considerarsi un’opera a se stante, egualmente autorevole e indipendente. Le frasi e parole scelte dall’artista hanno profonde valenze storiche. Il progetto si pone e come una struttura concettuale totalizzante che si estende all’interno del contesto architettonico della galleria e, simultaneamente, come una costellazione di opere indipendenti. Le istallazioni svolgono una funzione importante nel lavoro di Kosuth, ma anche le opere più piccole, non istallative, gli permettono di confrontarsi con idee che toccano problematiche diverse da quelle affrontate nelle opere site-specific. Questi significati frammentati sono indipendenti dal significato generato da Kosuth, allo stesso tempo l’artista li deputa alla produzione del suo proprio ‘significato’. Come spesso avviene nella sua ricerca, è il significato a essere determinato dal contesto. Il fruitore è incoraggiato a pensare e partecipare anch’esso alla costruzione del significato dell’opera; per Kosuth è l’osservatore a completare l’opera. In questo modo il fruitore condivide il concettualizzante processo creativo dell’artista, invece di percepire l’opera d’arte come un frammento della storia o forma di intrattenimento visivo. Il contesto invita lo spettatore/lettore ad avvicinarsi alle parole di Ovidio attraverso un’ottica diversa e, infine, a esplorare il “nuovo” significato generato sia dall’artista che dai suoi stessi fruitori”.
Per Kosuth ogni opera d’arte nasce da materiale “preso in prestito”, solitamente celato da una maschera di apparente naturalezza. Come lo scrittore utilizza parole coniate da altri, rivendicando individualità espressiva e responsabilità soggettiva della propria creazione, così modo Kosuth prende in prestito non solo parole, talvolta persino biblioteche intere, scritte da altri. L’uso e la selezione che l’artista fa di citazioni di autori e filosofi, rappresentativi di un certo corpus teorico e letterario e che hanno contribuito in modo significativo alla cultura contemporanea, si fonda sulla parola scritta ed è inseparabile dal suo contesto.
La mostra rimarrà allestita fino al 2 marzo 2018.