Continua ad aumentare il numero dei pazienti Covid ricoverati in ospedale: solo nelle ultime ore 15 nuovi ingressi. Il virus sempre più diffuso tra i giovani. Abruzzo verso la zona rossa?
Per vedere numeri così alti nei ricoveri bisogna tornare alla metà di dicembre 2020, quando il trend era in calo dopo il picco di novembre. Una settimana fa erano 548, due settimane fa erano 474. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è 33,3%, a fronte di una soglia di allarme pari al 30%. In particolare, in area medica ci sono 551 pazienti (+16 rispetto a ieri): è occupato il 36,9% dei 1.491 posti letto disponibili (livello di allerta 40%).
Sempre più forte la pressione sull’ospedale di Pescara, a causa dei numeri in aumento e dei tanti ricoveri. Il Covid Hospital – struttura realizzata in tempi record nella primavera 2020 – è al completo ed è stato necessario riconvertire in aree covid alcuni reparti dell’ospedale principale.
Con le varianti in circolo anche in Italia e i contagi che non accennano a calare, da domenica quasi metà del Paese rischia di finire in arancione, ma l’Abruzzo sembra destinato addirittura in zona rossa. La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio. L’attesa è tutta rivolta a venerdì, quando saranno pubblicati i nuovi dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità. Le regioni più a rischio sono Lombardia (dove da oggi quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. La situazione più delicata è quella dell’Abruzzo, dove ci sono già due province in zona rossa, Pescara e Chieti. Da venerdì, c’è il rischio che l’intera regione sfori l’indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato oggi.
L’onda pandemica in estensione in alcuni paesi prossimi all’area Metropolitana, gli alti tassi di prevalenza Covid in altri Comuni e la campagna di vaccinazione sono stati i temi affrontati oggi al Tavolo permanente istituito dal Prefetto di Chieti Armando Forgione. Nel corso della riunione sono stati presi in esame gli ultimi dati elaborati dalla Task Force della Asl, illustrati dal direttore generale Thomas Schael, che disegnano una mappa del contagio sostanzialmente diversa nella terza fase.
I numeri della provincia di Chieti
La Asl Chieti Lanciano Vasto evidenzia come nell’area la sorpresa sia rappresentata dalla fascia di età: a essere più colpiti nel mese di febbraio sono i ragazzi in età compresa tra 7 e 18 anni, con un tasso di incidenza pari a 752 ogni 100 mila abitanti. In generale si è abbassata sensibilmente la fascia di età a più alto contagio: quella tra 19-65 anni rappresenta il 63% del totale dei malati, mentre tutti gli altri sono attestati su percentuali ristrette. Così le persone tra 66 e 80 anni sono il 13%, gli over 80 l’8%, e i bambini tra 0 e 6 anni il 3%. Infine un altro 13% è occupato dalla fascia d’età tra 7 e 18 anni.
A caratterizzare la nuova fase è anche la diffusione della variante inglese, identificata nel 73% dei nuovi positivi a Chieti e nel 100% a Bucchianico, e il tasso di prevalenza dei contagi, dato dal rapporto tra numero di positivi e popolazione di riferimento: a fronte di un limite massimo pari a 1, si colloca all’1.66% San Giovanni Teatino, seguito da Torrevecchia all’1.59%, Ripa Teatina 1.52%, Atessa 1.27%, Bucchianico 1.24%, Miglianico 1.22%, Francavilla 1.15% e Chieti 1.05%. A compensare il tasso complessivo dell’intera provincia interviene il territorio a Sud, dove si assiste a un calo progressivo: Ortona si ferma allo 0.66, Lanciano a 0.48%, Vasto e 0.45% e San Salvo addirittura a 0.26.
“I numeri ci danno una fotografia dell’andamento epidemico nel nostro territorio – sottolinea Schael – e indicano con chiarezza che la mobilità fra i Comuni dell’Area Metropolitana alimenta la circolazione virale. Di qui l’invito a interrompere questa catena di trasmissione limitando allo stretto indispensabile i movimenti al di fuori della propria città. È importante farlo adesso per impedire ulteriori replicazioni e mutazioni del virus e affrontare la campagna vaccinale con un numero ben più contenuto di persone contagiate”.
I dati epidemiologici più recenti hanno evidenziato una situazione di rischio alto anche a Fresagrandinaria, Perano, Ari e Vacri, invitati dalla Asl a organizzare al più presto lo screening per un test ad ampio raggio sulla popolazione.