Dopo i numerosi casi Covid (circa 70 ad oggi) alla Sevel di Atessa, l’USB chiede uno screening per tutti i dipendenti e sollecita accertamenti sui contagi.
L’USB Sevel ha scritto agli organi di controllo per sollecitare accertamenti sulle procedure attuate a seguito dei casi Covid nello stabilimento e per chiedere uno screening per tutti i lavoratori e interventi urgenti a tutela della salute di tutti, dipendenti e cittadini abruzzesi.
Le considerazioni a supporto delle richieste d’intervento sono evidenziate nella nota del sindacato:
“1. Visto che la nostra regione è stata classificata come zona rossa perché, aldilà del livello di crescita del contagio, (indice RT tra i più alti i Italia) il livello di saturazione delle strutture sanitarie è già al limite e questo significa che si è ridotta drasticamente la possibilità di curare sia i malati da Covid che di quelli affetti da altre patologie;
2. Visto che le misure anti contagio nelle zone rosse prevedono che i cittadini non possono uscire di casa se non per motivi di prima necessità o di salute, nonché la chiusura di tutti i locali e attività produttive non essenziali;
3. Considerato che, in una situazione così drammatica, rappresenta un controsenso il fatto che circa 12.000 persone (tra addetti diretti Sevel Fca e indotto) siano costrette ad uscire di casa, in pullman affollati, e stare per otto ore nei locali di lavoro;
4. Considerato che nel sito Fca di Atessa ad oggi si sono verificati circa 70 contagi, riteniamo che le misure per la prevenzione del contagio (distanza interpersonale, dispositivi di protezione individuale, misure igienico sanitarie) non sono sufficienti. Ma, dato ancora più grave, sono insufficienti le misure per prevenire la diffusione del contagio quando si verificano i casi positivi: perché non viene effettuata una vera mappatura per la messa in quarantena dei lavoratori a contatto stretto con i soggetti positivi al covid; non viene effettuata una sanificazione approfondita dei locali di lavoro;
5. Considerato che mantenere in attività queste fabbriche, a nostro avviso, significa mantenere aperti degli enormi potenziali focolai di contagio e si rischia di vanificare tutte le misure di prevenzione del contagio attuate in tutta la Regione nei confronti dei cittadini;chiediamo, sulla base delle considerazioni effettuate, in quanto organi di vigilanza, di disporre che in Sevel siano effettuati urgentemente i test diagnostici periodici (almeno ogni 15 giorni) a tutti i lavoratori; questa ci sembra una misura di prevenzione indispensabile, in alternativa la chiusura delle attività produttive non indispensabili, per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini della regione”.