Oggi, 8 marzo, giornata dedicata alle donne, un augurio speciale va a una “femmina” antica e accogliente, la nostra madre terra: l’Abruzzo.
Dalle tante contraddizioni e dal fascino inequivocabile, oggi, 8 marzo, è dedicato un po’ anche a lei: la nostra terra d’Abruzzo. Madre di tutti noi, l’Abruzzo, troppo spesso non ne capiamo la bellezza e l’accoglienza, non ne valorizziamo le potenzialità e le peculiarità. Il vezzo del suo incipriarsi di neve sulle vette della Maiella e del Gran Sasso, la forza che dimostra nelle onde dell’Adriatico possenti e robuste durante una tempesta, o la calma e la pazienza quando torna a fiorire, lentamente, sugli alberi o a rinverdirsi nei prati. La terra delle città proiettate in avanti in una affamata ricerca del futuro, in perenne divenire, come Pescara. La nobiltà di L’Aquila e delle sue ferite ancora aperte ma che con dignità si cerca di rimarginare. C’è l’antica Chieti dai tanti vicoli e campanili. E Teramo, la città tra i due fiumi, che apre verso nord. Auguri alla terra dei borghi, dei parchi, del lupo e dell’orso, e della natura: regione verde d’Europa e con lo sguardo oltre l’Adriatico. Auguri alla nostra terra che è un po’ terra di mezzo, tra il sud dell’Italia e il nord, la prima del Mezzogiorno, con la voglia di fare parlare di lei come regione di centro, non come ultima del nord. Auguri alla nostra terra, forte e gentile, come la definì il giornalista e diplomatico Primo Levi, quando le fece visita. Terra di cultura, tradizioni, ma anche innovazione e modernità. Terra dalle enormi potenzialità. Terra difficile per le tante vertenze di lavoro aperte, per gli sfregi all’ambiente contro cui si combatte quotidianamente, terra ancora sana dove la criminalità però è sempre in agguato, terra di sorprese. Madre di d’Annunzio, Flaiano, Michetti, Tosti, ancor prima di Ovidio e sede della prima “capitale” d’Italia. Terra di donne forti e tenaci, di uomini che ogni giorno sbarcano il lunario, di professioniste e professionisti che si affermano all’Estero, ma che poi prende loro la nostalgia: e così si torna, almeno per un saluto. Terra di emigrazione e ora di emigrazione al contrario, accogliente con chi viene da lontano. La nostra terra, l’Abruzzo, non ti chiede la carta d’identità, ti accoglie, e basta. Auguri, allora, a lei, cara, vecchia, forte e gentile terra d’Abruzzo. Più che le mimose, un semplice pensiero: apprezziamo di più la nostra terra che dagli Appennini alle onde, riserva mille sorprese. E auguri anche alla nostra Terra, il Pianeta blu che ci ospita e che, nonostante tutto, non si stanca di noi. Tutti appesi sul bel pianeta Blu, la nostra Madre Terra, che è un po’ il lampadario dell’Universo. Sta a noi, lasciarlo acceso.