Mercoledì prossimo ci sarà l’incontro tra cittadini, comitati e i sei candidati a Sindaco per il Comune di Sulmona per discutere sulla questione del metanodotto Snam.
I Comitati cittadini per l’Ambiente hanno invitato i sei candidati a sindaco per affrontare la tematica relativa alla centrale e al metanodotto della Snam. Ai sei candidati verrà chiesto di sottoscrivere liberamente un documento con cui si impegnano ad adottare ogni possibile iniziativa per impedire la realizzazione dell’opera.
“Da ormai oltre otto anni il territorio resiste e prosegue la sua battaglia – scrivono i promotori dell’incontro – contro una infrastruttura che nulla porta in termini di posti di lavoro, ma moltissimo toglierebbe a Sulmona e al suo comprensorio che ha tutte le peculiarità per crearne di numerosi e stabili, in perfetta sintonia con la vocazione naturale del nostro territorio, evitando spopolamento, fuga dei giovani verso paesi esteri, spoliazioni di beni e servizi primari. Inoltre l’opera, qualora venisse realizzata, aprirebbe la strada ad altre industrie impattanti e nocive. Il destino di Sulmona e del suo comprensorio è nelle mani di Renzi, De Vincenti e D’Alfonso che qualche giorno fa, a l’Aquila, si sono incontrati in occasione della firma del Masterplan. E’ bene ricordare che il Governo ha la facoltà, ma non l’obbligo di autorizzare in quanto non può non tenere conto del dissenso espresso, per la centrale di compressione e per il metanodotto, da tutti gli enti istituzionali. Ciò significa che la partita è ancora aperta perché la decisione al riguardo è meramente politica e, se c’è la volontà di schierarsi veramente dalla parte dei cittadini e del territorio, se ne deduce che c’è ancora spazio per un intervento forte da parte della Regione, della Provincia e dei Comuni interessati dall’infrastruttura. Dalla fine del mese di dicembre 2015 a tutt’oggi – prosegue la nota del Comitato – nessuna decisione è stata ancora adottata: c’è un territorio con i suoi abitanti che resiste perché ha compreso che nessun vantaggio, se non rischi e impoverimento economico, deriverebbe dall’opera che Snam e Governo vogliono imporci anche indorando la pillola attraverso la trappola della cosiddetta centrale ad alimentazione elettrica che in Italia non è mai stata realizzata. Si tratterebbe, anzi, di una doppia trappola perché, da un lato significherebbe accettare il metanodotto e dall’altro, una volta insediatasi nel nostro territorio, la Snam potrebbe in seguito modificare il sistema di alimentazione da elettrico a gas. Non c’è che dire il menù è vario: è che i cittadini sono ben consci del piatto che il “cuoco Governo-Snam ha realmente intenzione di servire loro a tavola.”