Delfini sempre più golosi di pesce, i pescatori abruzzesi chiedono aiuto per una convivenza con gli intelligentissimi cetacei che spesso rompono le reti e vi rimangono impigliati. Indicano soluzioni per salvaguardare entrambe le parti.
Sia chiaro, le centinaia di pescatori che in Abruzzo praticano la piccola pesca, non sono contro i delfini, chiedono solo aiuto alle istituzioni per una convivenza pacifica con i mammiferi del mare, sempre più presenti a poche miglia dalle nostre coste. Delfini, come noto, intelligentissimi e golosi soprattutto di sogliole, tanto da rappresentare veri e propri concorrenti per i pescatori che praticano la cosiddetta pesca da posta. Sandro e Donato escono tutto l’anno in mare con le proprie piccole barche, gettano le reti al tramonto per poi riprenderle il giorno successivo e vendere il pesce freschissimo ai loro banchetti. Una vita faticosa e un amore per il mare che è diventato lavoro, ma per la piccola pesca le acque (salate) sono agitate, pochi fondi, dicono i due marittimi di Francavilla al Mare e pochi aiuti dalle istituzioni. I delfini, poi, oltre a divorare il pesce, rompono spesso e reti, i dissuasori audio (innocui, tengono a precisare i pescatori, per i delfini) sono comunque costosi e spesso inefficaci. Per questo, i marittimi chiedono di utilizzare i fondi messi a disposizione dalla comunità europea e alle istituzioni un tavolo per cercare soluzioni che possano consentire anche agli stessi delfini di non restare impigliati, a loro volta, nelle reti con conseguenze serie per i bellissimi cetacei. Il mare, d’altronde, è soprattutto dei delfini e degli altri abitanti pinnati, ma la convivenza con l’uomo è possibile se, sostengono a gran voce i pescatori, ci si mette attorno a un tavolo per trovare soluzioni condivise che possano soddisfare le esigenze di chi vive nel e sul mare.