No dalla Soprintendenza alla statua di Achille, a Chieti, i promotori parlano col critico d’Arte Vittorio Sgarbi, ieri in Abruzzo. Intanto spunta un maxi striscione.
Non si arrendono i promotori del busto in bronzo di Achille che, tra mito e storia è stato il fondatore di Chieti, 3.200 anni fa. Dopo il no della Soprintendenza, non solo per l’impatto visivo che avrebbe nella Villa Comunale ma anche per altri motivi, parlando di “fantarcheologia” circa il legame tra Achille e Chieti, Ugo Iezzi della Voce dei Marrucini e altri componenti hanno incontrato ed esposto la questione al critico d’arte Vittorio Sgarbi, ieri a Pescara per l’inaugurazione della mostra “L’arte al femminile nel mondo liquido”. In sostanza Iezzi si fa portavoce di tanti Teatini che hanno mal digerito il diniego della Soprintendenza alla statua ma ancor di più il fatto che non si possa considerare Achille come il mitico fondatore di Teate, da Teti la ninfa madre dell’eroe omerico. Così spunta anche uno striscione “Sì alla statua di Achille, la nostra storia non si cancella.” Ugo Iezzi ha già spiegato che la statua potrebbe trovare un’altra collocazione e che, il prossimo 11 maggio, si vorrebbero celebrare i 3.200 anni della nascita della città anche con questo monumento alla “Star dell’Iliade”. Secondo Iezzi si dovrebbe cavalcare questo mito, poiché anche dal punto di vista turistico avrebbe una risonanza ben oltre i confini nazionali. C’è da dire che due statue di Achille sono state trafugate dalla città, una nel 1500 l’altra nel 2017.