La storia di Anna Rachele donna di mare, 84 anni, di Borgo marino nord a Pescara, sembra un film: 13 figli, 30 nipoti, 22 pronipoti. Vedova del marito Leonello, pescatore per 45 anni.
“Quando mi dicono se ho il sangue nelle vene, io rispondo, no, no, c’ho il mare nelle vene!”, così esordisce Anna Rachele Palestini, storica famiglia di pescatori. Famosa per i suoi succulenti brodetti, e non solo, la sua vita sembra un film. Nata a Pescara nel 1934, le venne messo il nome di Anna Rachele perché “mia nonna aveva detto a mia mamma, così Mussolini ti manda qualche soldo”, e così fece: 25 Lire. Vissuta con la zia la quale non poteva avere figli, fino all’età di nove anni, ha iniziato poi a fare i primi lavoretti da ragazzina e si è ricongiunta con i suoi e suo fratello di un anno più grande. Le donne del mare sono raffigurate in una scultura alla rotonda, nei pressi dell’Inps di Pescara, zona molo nord e rappresentano un pezzo di storia della Pescara che fu. Anna Rachele ha 84 anni, ma ha il mare dentro, impetuoso, desiderosa di raccontare la storia di una città che, forse, non c’è più e quel mestiere, il pescatore, che l’ha accompagnata per tanti e tanti anni grazie al nonno, al padre al marito Leonello.
“Prima si andava a pescare con la barca a vela – spiega Anna Rachele – e quando non c’era il vento si doveva remare. Io andavo a vendere il pesce al mercato di piazza Salotto, con i miei figli attaccati al seno. Quando ero piccola mia mamma cucinava o a pranzo o a cena, non c’era il benessere di oggi.”
Certo la vita del pescatore è dura anche tuttora ma, spiega Anna Rachele, mai quanto un tempo.
“Durante la guerra qui a Borgo marino nord c’erano le baracche di legno dei fascisti e appena dopo la guerra non si poteva uscire in mare per paura delle mine e delle bombe inesplose in Adriatico.”
Le chiediamo se la storica rivalità tra Borgo marino nord e Borgo marino sud, a Pescara, c’è ancora e lei risponde:
“Un giorno, tanti anni fa, una ragazza della famiglia Palestini voleva sposare un ragazzo dei Paladini che abitavano a sud, il padre di lei le disse “o me o lui!”
Anche oggi, però, un po’ di quella rivalità si sente, in maniera più bonaria naturalmente. Negli anni ’90 Anna Rachele Palestini partecipò alla Corrida di Corrado, cantando una canzone.
“Ho voluto riscattare mio padre – ci dice – che voleva andare a tutti costi quando c’era il programma alla radio, anni prima. Lui non c’è riuscito, io sì”.
Per Anna Rachele sono approdati in città i media nazionali, come TreccaniChannel (guarda sotto) che ha realizzato un intero corto su di lei. Viene invitata nelle scuole per raccontare il duro lavoro dei pescatori ma anche il ruolo importante delle donne del mare che andavano a vendere il pesce pescato a forza di braccia e di remi dai mariti per sbarcare il lunario. Oltre al marito Leonello, il suo amore più grande è stato ed è il mare. Quel mare che dà da mangiare, che dà anche del filo da torcere, quel mare da rispettare, da tutelare. Tra le donne del mare ci sono anche le vedove che hanno perso i loro mariti in mare, anche se non è il caso di Anna Rachele: in tre mesi, il marito, gliel’ha portato via un brutto male.
“La mia casa non ha mura – ci racconta ancora – è aperta a tutti.”
Bé ci crediamo! Con 13 figli, 30 nipoti e 22 pronipoti… Nei prossimi giorni vi proporremo un servizio nel nostro Tg8 con immagini d’epoca e il racconto dalla sua voce dei tempi che furono. Per ora, queste poche righe, poche perché è impossibile raccontare tutta la vita, finora, di Anna Rachele, donna di mare ed espressione di una città, Pescara, adagiata su quel mare che tutti noi dovremmo rispettare e tutelare e unita da un fiume che le dà il nome.
“Tutti almeno una volta nella vita, dovrebbero vedere il mare”, come darle torto…
Il servizio del Tg8
Intanto, di seguito, vi proponiamo il filmato realizzato da TreccaniChannel “Nonne d’Italia in cucina – Il brodetto del pescatore”
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