Pescara: marineria alle prese con la mucillagine (Video)

Non c’è pace per la marineria abruzzese, ora ci si mette anche la mucillagine che danneggia le reti e crea numerosi problemi. La denuncia di Mimmo Grosso, portavoce degli armatori pescaresi.

“Non se ne può più. Attualmente la situazione è gravissima. Peggiora giorno dopo giorno. Nelle aree circostanti la Fossa di Pomo, pescare è diventato un terno a lotto. Le reti sono irriconoscibili. Ostruite dall’inizio alla fine. La mucillagine non permette all’acqua di defluire attraverso le maglie delle reti che, di conseguenza, non pescano come dovrebbero”. Così, Mimmo Grosso, portavoce degli armatori pescaresi, che lancia l’allarme.

“La produzione del pescato – prosegue Mimmo Grosso – si è ridotta di oltre il 70 per cento. I consumi sono alle stelle. I motori vengono sollecitati quasi all’estremo e il carburante consumato in più ha una forte percentuale. Tali consumi riducono fortemente i guadagni mensili. Ieri, per esempio, si è spaccato il cavo di acciaio al quale è collegata la rete. Ed è stato un lavoro enorme e pesante per rimettere tutto in ordine. Preciso che quando accade ciò, a causa del peso maggiore delle reti per la mucillagine, nessuno ci ripaga”.

Un evento simile, ricorda Grosso, si verificò nel ’97/’98 ed ha riguardato la pesca a strascico.

“In quel caso avemmo anche un risarcimento causa evento straordinario. L’area attuale in questione supera di gran lunga i diecimila kmq. Anche nella Fossa di Pomo (il tratto di mare a largo di Pescara) c’è mucillagine”.

La problematica interessa la marineria abruzzese, molisana e anche quella di San Benedetto del Tronto. Dopo Pasqua, ci sarà un incontro per decidere il da farsi. Oltre ai noti problemi legati ai bassi fondali del porto di Pescara, ci si mette anche la mucillagine a rendere ancora più difficile la vita lavorativa di armatori e pescatori.

Mimmo Grosso va poi all’attacco della pesca con il parancalo.

“Una pesca distruttiva che – spiega – ha impoverito diversi mari. Una singola barchetta adibita a tale pesca riesce a buttare in acqua oltre 10mila ami. Tale pesca si può svolgere in superficie a mezz’acqua oppure a fondo. Considerando che nella Fossa di Pomo quando era interdetta allo strascico agivano qualcosa come 10 o 15 parancali, è facile fare il conto di quanti ami venivano gettati in acqua e quante miglia di mare coprivano distruggendo l’ecosistema. Naturalmente la profondità in cui agiscono è legata alla tipologia di pesce che si vuole catturare”.

Dell’altro giorno, un incontro in Regione, per proporre soluzioni alternative alla chiusura della pescosa Fossa di Pomo, anzi, di un’area ancora maggiore, su proposta di uno studio di una Università americana e di un Ateneo delle Marche, per salvaguardare la fauna ittica. Armatori e pescatori hanno avanzato proposte alternative per tutelare il mare e nello stesso tempo l’attività della pesca, sempre più duramente messa alla prova. Ora, anche dalla mucillagine.

Il dottor Vincenzo Olivieri a capo del Centro Studi Cetacei di Pescara, parla del fenomeno della mucillagine come frequente in Adriatico, dovuto a varie cause, anche alla mano dell’uomo per via degli agenti inquinanti. C’è la possibilità che la mucillagine possa arrivare sulla battigia e, se non rappresenta un pericolo per la salute umana, comunque non sarà un bel vedere.

Nel video realizzato da Mimmo Grosso e nelle foto, le reti appesantite dalla mucillagine 

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Antonella Micolitti: