Slitta a dopo l’estate il taglio della diga foranea di Pescara, la notizia giunta dal Provveditorato Opere Pubbliche.
Bisogna tutti remare, è il caso di dirlo, dalla stessa parte, dalla parte del porto di Pescara. Questo l’imperativo che è venuto fuori dalla tavola rotonda di oggi, voluta dalla Camera di Commercio di Pescara, con le parti interessate, sindaci, Direzione marittima, enti e operatori del settore e il presidente dell’Autorità portuale di Ancona Rodolfo Giampieri. E’ stato proprio Giampieri a riferire che l’Autorità vigilerà affinché i tempi del taglio della diga foranea, slittato a dopo l’estate, siano rispettati nell’ambito del cronoprogramma di attuazione del Piano Regolatore Portuale che prevede, tra l’altro, la contestuale barriera soffolta. In ginocchio gli operatori portuali e i balneatori alla vigilia di un’altra stagione estiva difficile, per non parlare delle difficoltà della marineria: con il taglio della diga si spera di poter dare un contributo al programma di disinquinamento del fiume e del mare e di rendere fruibile il porto alle prese con i noti problemi dei bassi fondali. La data dell’abbattimento era stata annunciata per ottobre, poi a gennaio, ora si dovrà aspettare la fine della bella stagione con i lavori che dovrebbero durare 8 mesi. Giampieri ha ribadito che i lavori sono stati appaltati e che, dunque, questo potrà davvero essere l’anno della svolta per il porto di Pescara. Lo stesso ha detto il presidente della Camera di Commercio, Daniele Becci. Il porto ora è agonizzante e non si può più perdere tempo, sono trascorsi ormai troppi anni. La vocazione turistica e commerciale dello scalo portuale dovrà tornare prioritaria e consentirà, ha detto lo stesso Giampieri, di portare anche occupazione e sviluppo.
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