Pescara: tende come case lungo il fiume dei disperati

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Pescara: dormono e vivono in tende come case, lungo le sponde del fiume. Non ci sono solo gli scarichi abusivi, da affrontare anche la drammatica condizione di alcuni disperati che vivono in condizioni disumane.

Risalendo il fiume in barca con la nostra telecamera, non si notano solo gli scarichi abusivi che inquinano il fiume Pescara. Balzano agli occhi  anche le “abitazioni”, si fa per dire, di fortuna, dove vivono e dormono alcuni senzatetto. Persone disperate che hanno allestito tende di fortuna, cucine d’emergenza, accatastato materassi e coperte per ripararsi dal freddo. Si tratta per lo più di stranieri, anche se, riferiscono alcuni proprietari di imbarcazioni ormeggiate lungo il fiume, a volte ci sono cittadini italiani. Comunque sia, persone disperate, che per necessità più che per scelta, dormono e vivono in condizioni al limite dell’umano lungo le sponde del fiume, esposte alle intemperie, al freddo, alla non remota possibilità che, in caso di alluvione, possano essere spazzate via, come i rami che si incontrano lungo il corso d’acqua. Si nota di tutto: fornelli di fortuna, sedie, quel che resta di un letto, secchi per lavarsi, si fa per dire, con la stessa acqua del fiume. Più volte i residenti e anche l’Associazione Pescara Mi Piace, tra le altre, hanno lanciato l’allarme: più che di una questione di decoro dell’area, si tratta di una questione di sicurezza per le persone che vivono sulle sponde del corso d’acqua. Sono storie di degrado ed emarginazione: c’è chi ha lasciato la Romania per cercare una vita migliore in Italia, chi arriva dalla Polonia con una immagine di Papa Giovanni Paolo II da cui non si divide mai, chi è schiavo dell’alcol, chi cerca un lavoro, di tutto, ma non è facile, ci dice. Così ci si arrangia, la notte si dorme qui, al mattino si mangia alla mensa della Caritas, poi qualche spicciolo dall’elemosina e la rassegnazione di vivere così, piuttosto che tornare nei propri Paesi di origine. Il Pescara che taglia e unisce la città da cui prende il nome, aspetta di essere curato per restituire ad esso la dignità di fiume, soprattutto occorre affrontare l’emergenza dei senzatetto che sul fiume vivono, per restituire dignità anche a loro, quella di esseri umani.