Una intera frazione di Campotosto, Poggio Cancelli, rischia di scomparire a causa dal sisma dell’agosto e dell’ottobre scorso: dal turismo sul lago di Campotosto a un progressivo spopolamento con il 90% delle abitazioni inagibili, l'”annus horribilis” di una intera comunità.
Sembra un paese fantasma, Poggio Cancelli, frazione di Campotosto, duramente colpiti, entrambi, dagli ultimi terremoti che hanno interessato il centro Italia dell’agosto e dell’ottobre dello scorso anno. Macerie, case lesionate, cancellate con i cartelli “zona rossa” dunque zone inaccessibili, edifici pubblici e chiese scalfite e umiliate dalle terribili scosse. I residenti di Poggio Cancelli, poche decine d’inverno, per lo più ospitati dai Map, alcuni fin dal terremoto dell’Aquila del 2009, chiedono che la loro frazione non venga abbandonata, la ricostruzione parta spedita, anzi, anche la demolizione, visto che diversi edifici sono stati abbattuti perché pericolanti e sembra non si sappia ancora dove mettere le macerie, mentre altri sono comunque inagibili.
Il silenzio tra macerie, pezzi di vita quotidiana, mura venute giù con altrettante storie e case e vite a metà, viene rotto solo dalle voci di un gruppo di signori che giocano a carte, fuori da una delle poche abitazioni che si sono salvate dal terremoto: “E’ un bar?” chiede qualche automobilista di passaggio, “No, ma un caffè ve lo offriamo volentieri”, rispondono con cortesia i residenti i quali iniziano a raccontare la storia di Poggio Cancelli fino a quando, quel maledetto agosto, e poi ancora a ottobre, il terremoto che devastò anche la vicina Amatrice ed altri centri, non ha inferto una ferita profonda al turismo e alla vita di questa comunità. “Prima Poggio Cancelli era piena di giovani che visitavano il lago di Campotosto, attratti dalla natura e dalla bellezza del paesaggio. Ora d’estate saremo sì e no 300 abitanti, tra coloro che vivono a Roma e tornano in quel che rimane delle loro case oppure ospitati da parenti o amici. Il cuore resta qui, soprattutto per coloro che qui sono nati”, precisano. Lucia, indossa una maglia con una scritta eloquente e un grande cuore “I love Poggio Cancelli“, ci racconta che proprio lo scorso anno, prima del sisma, aveva fondato con altri residenti l’Associazione Radici Pojane – Clicca Qui per Pagina Facebook, proprio per valorizzare la storia e la cultura del borgo e far sì che le radici di chi per lavoro o per studio era stato costretto a spostarsi verso Roma o sulla costa, non venissero recise con il luogo di nascita, il luogo del cuore. Lucia, invita a visitare il sito dell’associazione che non ha scopo di lucro, magari per chi voglia regalarsi una maglietta o conoscere meglio la storia di questa frazione di Campotosto https://radicipojane.wordpress.com/.
Intanto sono arrivati quattro container per le attività commerciali di Campotosto. E Lucia, i suoi parenti e amici ci spiegano che anche loro vanno spesso lì, perché vogliono veder ripartire l’economia e il turismo di uno dei luoghi più belli d’Abruzzo e purtroppo, ultimamente, più martoriati dal sisma e dalle nevicate di questo inverno. L’associazione Radici Pojane ha a sua volta raccolto dei fondi per la vicina comunità di Amatrice, ancora più duramente colpita dal terremoto, soprattutto in termine di vite umane. Le scosse proseguono a Poggio Cancelli, quelle più lievi ormai non sono nemmeno più percepite, e come se ci fosse un’abitudine o forse rassegnazione. Ma gli abitanti di Poggi0 Cancelli, anche e soprattutto quelli che vivono ancora nei Map, ormai già tutti occupati, non si danno per vinti. “Non abbiamo paura della diga”, hanno forse più timore di una burocrazia che rallenta la ripresa di un territorio che fino a un anno fa viveva di turismo. C’è un bar a Poggio Cancelli, tra case lesionate e macerie di abitazioni buttate giù perché pericolanti, si parla e si aspetta che la politica si faccia sentire per restituire dignità a una comunità che comunque non si arrende. Lo scenario del lago tra le montagne mette più pace che timore per una diga a prova di scossa di eventuale e si spera remota magnitudo importante. I cittadini vogliono certezze e che non sia il caso a decidere per loro, ma una ricostruzione seria e una prevenzione (visto che i terremoti non si possono prevedere) che non trasformi (come spesso è capitato) un evento naturale, quale un terremoto, in una catastrofe. “Visitate Campotosto, Mascioni, Poggio Cancelli, Ortolano, per rendervi conto della situazione reale ma anche regalare una speranza a questo paese adagiato sul lago”, questo l’invito degli abitanti. Non solo Campotosto, anche gli altri paesi vicini del nostro Abruzzo meritano attenzione, certo da parte delle Istituzioni “in primis” ma anche degli Abruzzesi forti e gentili… e mai come stavolta lo devono dimostrare,