Ci vorranno decenni, in alcuni casi addirittura secoli per ricostruire le frazioni dell’Aquila, oltre 60 piccoli borghi con altrettanti centri storici che costituiscono l’anima della città-territorio, se l’andamento resterà quello che si sta verificando in questi mesi e anni.
La denuncia, a tratti provocatoria come nel caso di Monticchio, dove si parla di 300 anni per vederla ricostruita, di questo passo, arriva dai salviniani in consiglio comunale. I consiglieri di opposizione hanno proiettato nel futuro i dati sull’andamento dei contributi definitivi per la ricostruzione autorizzati dal Comune nel 2015. Solo 13 le frazioni dell’Aquila per le quali ad oggi sono stati emessi contributi definitivi, sulle 48 inserite nel cronoprogramma (64 complessivamente quelle che compongono il Comune, ma alcune sono state accorpate nel documento di programmazione). Per il 2014, il Comune dell’Aquila ha erogato 368 milioni di euro, soltanto 20 per i centri storici delle frazioni. Per il 2015, invece, ha erogato poco più di 506 milioni, 41.346.000 per le frazioni e 465.153.464 per il centro storico della città (il 91.84%). Non andrà meglio nel 2016, come spiega i consigliere Daniele Ferella.
Secca la risposta dell’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano: “Si intende fare la polemica contrapponendo la ricostruzione dell’Aquila a quella delle frazioni – sostiene DI Stefano – ma c’è una precisa disposizione del’ufficio speciale per la ricostruzione, secondo cui tutti i progetti delle frazioni prioritarie (ossia le più danneggiate) dovranno entrare entro il 2017, entro il 2018 tutte le altre, per poter avviare tutta la ricostruzione nel 2020.