All’indomani del terremoto del 2009 emerse subito il problema della tracciabilità della manodopera e delle imprese che sarebbero di lì a poco venute a ricostruire la città.
Un’esigenza evidenziata soprattutto dalle organizzazioni sindacali e bene accolta anche dalla Prefettura e dalle forze di polizia. È nato così nel 2014 l’Osservatorio per il monitoraggio dei flussi di manodopera impiegata nei cantieri della ricostruzione che ha il suo quartier generale nella Prefettura dell’Aquila, dove si riunisce periodicamente per osservare le dinamiche occupazionali attraverso la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i vari soggetti impegnati nel monitoraggio, attraverso la prevenzione e il contrasto delle irregolarità nelle attività di ricostruzione post terremoto.
Dall’aprile del 2009 a oggi l’Osservatorio ha monitorato 100 mila lavoratori provenienti da un centinaio di provincie e dipendenti da 9000 imprese, a loro volta di 75 province d’Italia. Le organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil che da sempre svolge un lavoro di controllo e monitoraggio nei cantieri sulle irregolarità delle assunzioni e del rispetto delle norme contrattuali e dei diritti dei lavoratori, portano al tavolo dell’Osservatorio le irregolarità che evidenziano. E che poi dovrebbero essere sanzionate o perseguite. Per il segretario provinciale della Fillea Cgil Emanuele Verrocchi l’Osservatorio è riuscito a portare a termine buoni risultati, anche se avrebbe dovuto essere forse più incisivo, grazie anche al DURC che permetteva di tracciare la manodopera grazie alla verifica della congruità della manovalanza rispetto al peso dei lavori. Uno strumento che è stato stralciato dall’arrivo del Dol, il documento online che sostituisce il DURC e che presenta purtroppo diversi limiti.
Per il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti ora si deve arrivare ai tavoli della politica per avere una legge regionale che reintroduca gli strumenti del DURC.
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