“Il Presepe di Castelli tradisce il mondo religioso “, va già duro il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, commentando la Natività allestita in piazza San Pietro che sta facendo parlare di sé tra pro e contro.
“State a casa. Non lo guardate. Non andate a guardarlo. Il presepe del Vaticano, realizzato dagli artigiani di Castelli in Abruzzo, che solitamente producono degli autentici capolavori, non c’entra niente con la religione cattolica. I personaggi sembrano degli astronauti. Persino le pecore, il bue e l’asinello sono irriconoscibili. Con che faccia li avrà osservati, il Papa? Forse non ne sapeva nulla. Ma non saperne nulla non giustifica questa oscenità. Non giustifica l’umiliazione del cattolicesimo”, il giudizio del critico d’arte Vittorio Sgarbi è lapidario in un video pubblicato sul sito del giornalista Nicola Porro e si aggiunge alla polemica sul Presepe “futuristico” allestito in piazza San Pietro.
La Natività di Castelli, inaugurata l’8 dicembre in piazza San Pietro, è ormai diventata un caso internazionale. “Una opera brutta al limite del ridicolo”, secondo i tradizionalisti, un “coraggioso manufatto artistico concettuale” per altri.
Sui social media la linea di pensiero predominante lo classifica come, testuali parole degli utenti, “inquietante e assai poco rassicurante”. Le immagini mostrano una rivisitazione delle tradizionali icone di Maria, Giuseppe e i tre magi, con i pastori che assomigliano a figure, dicono i più critici “di scacchi cubiche e animali tozzi e quadrati”, qualcuno parla anche di “extraterrestri.
La Santa Sede ogni anno allestisce ogni anno un presepe differente, e quest’anno la linea particolarmente modernista affonda le proprie radici in un lavoro realizzato da alcuni studenti dell’Istituto d’arte Grue di Castelli, tra il 1965 a il 1975. Proprio alla grande corsa allo spazio di quegli anni sono dedicate le figure degli astronauti. Anni ricolmi di uno spirito incoraggiante che si scontra con l’atmosfera di questo 2020.
Il monumentale allestimento abruzzese sta facendo il pieno di polemiche. E pensare che l’obiettivo del vescovo di Teramo, monsignor Leuzzi – già cappellano della Camera – quando ha offerto al Papa l’allestimento natalizio lo ha fatto solo per aiutare la zona di Castelli, duramente provata dal terremoto. Comunque sia, direbbe qualcuno a noi noto, basta che se ne parli e ci si ricordi che al centro della festa del Natale, per tutti i credenti, c’è la Natività.
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