Sisma L’Aquila: 7.000 cartelle fisco. Sindaco Biondi: “Uccidono la città. Disegno da Roma, somma di quasi 90 mln per anni 2009-2010”.
Non bastava il salasso dei 100 milioni di euro che le 350 imprese del cratere sismico dovranno restituire per intero e con gli interessi maturati negli anni dopo che lo Stato, per alcuni mesi nel post-sisma, aveva sospeso le tasse per alleviare la sofferenza economica dovuta al terremoto. Adesso piovono sull’Aquila e su tutto il cratere anche 7mila cartelle esattoriali. Mittente: l’Agenzia delle Entrate che sta inviando cartelle ex Equitalia per un totale di quasi 90 milioni di euro. E’ proprio vero: meglio non subire tragedie in questo Paese, meglio che non arrivi un terremoto,
o un’alluvione o una frana a mettere in ginocchio famiglie e imprenditori, perché poi quando lo Stato interviene per aiutare, quell’aiuto si trasforma nel giro di un decennio in un immenso boomerang per chi lo ha ricevuto. Colpa sempre della burocrazia? Il territorio si interroga su quanto sta succedendo all’Aquila , tra l’altro a meno di una settimana dal nono anniversario del sisma e proprio mentre si sta lottando contro la richiesta di restituzione di tasse e contributi perché l’Unione europea li ritiene un aiuto di Stato. Come dire: lo Stato con una mano dà, e con l’altra si ripiglia tutto e pure con il carico degli interessi. Le istituzioni, gli amministratori comunali e regionali, i parlamentari abruzzesi cercano soluzioni concrete per impedire il grande salasso della restituzione delle tasse richieste alle imprese, ad esempio attraverso un decreto interpretativo che possa alzare il livello del de minimis, e tramite il ricorso contro il decreto governativo di nomina del commissario straordinario per il recupero delle somme dalle imprese, su cui il Tar dovrà pronunciarsi la settimana prossima, mentre la città si prepara alla mega protesta di lunedì.
Il sindaco, Pierluigi Biondi, in riferimento alle 7mila cartelle dell’Agenzia dellle Entrate, parla di un disegno pianificato per far morire L’Aquila e il suo tessuto produttivo.
Cartelle – spiega – inviate a società, artigiani, professionisti, con cui si chiede il pagamento per intero, anziché con abbattimento del 60 per cento, come previsto dalla legge, di somme dovute all’erario, come Iva, Irpef e Ires.
Un accanimento le cui ragioni sono incomprensibili anche per il consigliere comunale del Pd, ex candidato sindaco e commercialista Americo Di Benedetto, che definisce la notizia una mortificazione del territorio.
“Non è chiaro cosa chieda l’Agenzia delle entrate – dice Di Benedetto – Si tratta di ruoli sospesi dopo il terremoto del 2009, ma relativi a cartelle prima del sisma o dell’anno tra il 2009 e il 2010. Tra le quali ci sono anche multe, imposte e contributi. La legge di Stabilità ha forfettizzato anche questi può anche darsi che le stiano notificando perché potrebbero essere rottamate. Ma in ogni modo, è una vicenda che aggiunge caos al caos e che dev’essere al più presto affrontata in modo univoco, nella sua complessità e non più a compartimenti stagni. L’impressione è che neanche l’Agenzia delle Entrate e i soggetti deputati al recupero sappiano effettivamente di preciso come agire”.
IL SERVIZIO DEL TG8:
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