Blitz di Goletta Verde di Legambiente in Adriatico, davanti alle coste abruzzesi per dire stop alla “folle corsa all’oro nero nei mari”.
Con lo slogan ‘E io pago’ l’imbarcazione ambientalista ha navigato fino alla piattaforma Rospo Mare lanciando il grido d’allarme sui “continui finanziamenti, quasi quattro volte più rispetto alle energie rinnovabili, che vengono erogati alle infrastrutture, alla ricerca e produzione di energia da fonti fossili”.
Quindi l’appello da Goletta Verde: “Il Governo cambi rotta sulla strategia energetica nazionale. Le altre regioni prendano esempio dall’Abruzzo nel fare ricorso al Capo dello Stato contro il decreto del 2015″. Secondo i dati diffusi da Legambiente sono 63 fra permessi di ricerca e istanze per le attività petrolifere lungo le coste di tutta la penisola per un totale di oltre 120mila chilometri quadrati, di poco inferiore alla superficie della Grecia.”Nonostante le ‘rassicurazioni’ del Governo dopo il referendum sulle trivelle dello scorso anno – dice Legambiente – nuovi pozzi e piattaforme e nuove attività di prospezione mettono concretamente a rischio i mari italiani. E quando le società petrolifere non riescono nel loro assalto, grazie alla continua opposizione delle comunità locali, delle associazioni e delle categorie economiche (in primis quelle legate al turismo e alla pesca), ci pensa il Governo ad aiutare le compagnie petrolifere: il decreto ministeriale dell’aprile scorso con cui si deroga al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia ne è una prova”. “Tra i Paesi del G20 – dice l’associazione ambientalista – l’Italia è all’ottavo posto per i finanziamenti alle fonti fossili: nel 2016 sono stati oltre 14 i miliardi di euro destinati a sussidiare, direttamente o indirettamente, le fonti fossili nel nostro Paese”. Ora “il nostro Paese ha una grande opportunità davanti a sé. A fine agosto infatti scadrà il tempo per presentare le osservazioni alla Strategia Energetica Nazionale proposta dal Governo. Da questa verranno stabilite le politiche energetiche almeno per i prossimi 20 anni”.