È stato convocato per lunedì 22 febbraio dalla Regione Abruzzo l’incontro che dovrà decidere la sorte e l’immediato futuro dell’impianto sportivo Le Naiadi di Pescara.
Al momento sono tre le ipotesi in campo: riapertura immediata da parte dell’Ati, attuale gestore del Palapallanuoto, come da impegno assunto il 2 febbraio; restituzione delle chiavi del centro sportivo da parte del gestore, se non si riuscisse a garantire la riapertura; o, in caso di uno stallo delle trattative, avvio d’ufficio di una procedura di rilascio della struttura, per inadempienza del gestore, da parte della Regione, proprietaria del complesso, che poi dovrà individuare tempestivamente una gestione-ponte per la riapertura immediata almeno di una vasca.
È quanto emerso nel corso della seduta della Commissione Statuto, alla quale ha preso parte il dirigente regionale del Servizio Politiche turistiche, Sport e Cultura, Carlo Tereo De Landerset. A riferirlo è il presidente della Commissione Statuto della Regione Abruzzo, Claudio Croce:
“Ancora tre giorni di attesa, poi si definirà il destino de Le Naiadi, non solo nell’immediatezza, ma anche per il post-Covid. Abbiamo voluto tenere accesi i riflettori sul centro sportivo natatorio affidato in gestione a un’Ati (associazione temporanea d’impresa) – composta da 4 associazioni, di cui è capofila Pinguino Srl, rappresentata da Nazareno Di Matteo – chiuso da ottobre 2020.
Una condizione che sta creando enormi problemi, oltre che a dipendenti e collaboratori sportivi, anche a centinaia di famiglie, impedendo l’allenamento di atleti impegnati anche in gare nazionali di interesse Coni che, secondo quanto previsto dai Decreti ministeriali del periodo Covid, possono proseguire la preparazione. Riteniamo che la Regione abbia dimostrato massima disponibilità e collaborazione nei confronti dell’attuale gestore, che però ora deve dire se può riaprire il centro, altrimenti ci aspettiamo che riconsegni spontaneamente le chiavi alla Regione. Dalla riunione di lunedì ci aspettiamo risposte e provvedimenti chiari e tempestivi, soprattutto indicazioni sulla definitiva gestione dell’impianto dopo il 30 luglio, non potendo continuare con affidamenti di 5 mesi o un anno”.