Ormai è sempre più frequente la sabbia in sospensione o dal Sahara a causa dei cambiamenti climatici. In molti si chiedono se ci siano rischi per la salute, noi lo abbiamo chiesto alla dottoressa Laura Martino, responsabile Unità operativa semplice dipartimentale di Pneumologia dell’ospedale di Chieti
“Non chiamatela sabbia”, ci dice la dottoressa, “piuttosto micro polveri che arrivano fino a noi non senza problemi per la salute”. In effetti il fenomeno di quella che comunamente viene detta “sabbia del Sahara”, non è raro e sta diventando sempre più frequente alle nostre latitudini a causa dei cambiamenti climatici. Cielo giallo, grigio, lattiginoso, insomma sembrano nuvole invece sono micro polveri. Come le Pm10 che certo bene non fanno. Il fenomeno, spiega ancora la dottoressa, può portare irritazioni, asma, problemi respiratori, affaticamento. Dunque è bene prevenire ma questo non serve solo in tale occasione: “Evitare il fumo e tenere sotto controllo le eventuali malattie respiratorie”. Si può far uso anche alle mascherine là dove la concentrazione di polveri sottili è elevata.
Si stima che dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi al Pm2.5 e Pm10, il pulviscolo già presente in atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute. Le categorie più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental Medicine ha accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie in presenza di polveri sahariane nell’aria. Il consiglio alle persone a rischio è quello di evitarne il più possibile l’esposizione. Consolazione è che le previsioni meteo dicono che in questo fine settimana con probabili precipitazione la sabbia verrà spazzata via.