Il Consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, critico sulla gestione del comparto agricolo da parte della maggioranza di centrosinistra.
“Il settore agricolo, in questi anni di amministrazione D’Alfonso e Pepe, ha subito un arresto incredibile con gli imprenditori che pagano le gravi conseguenze di una gestione dei finanziamenti e dei bandi del Programma di Sviluppo Rurale completamente negativa. L’ultima doccia fredda arriva dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in agricoltura) che boccia due bandi del Psr”. E’ quanto scrive in una nota il consigliere regionale abruzzese Mauro Febbo. “L’Agea, attraverso una nota ufficiale, ritiene sbagliata la procedura di valutazione della finanziabilità delle domande presentate, basata unicamente sull’ordine cronologico di rilascio al portale, e sul conseguimento del punteggio minimo richiesto, in quanto non è conforme a quanto stabilito da regolamenti e linee guida dello Sviluppo Rurale che prevedono un controllo di ammissibilità e successiva selezione dei progetti. I due bandi sono quello inerente infrastrutture e recinzioni per ostacolare l’ingresso degli animali selvatici sulle colture agro-silvo-pastorali e quello relativo alla prevenzione dell’erosione del suolo”. “L’Abruzzo è la terzultima Regione per la capacità di raggiungere gli obiettivi di spesa. Abbiamo bandi bloccati, graduatorie ancora non pubblicate, il bando per il primo insediamento che cammina a rilento e non capisco dove sono tutti questi nuovi giovani agricoltori vantati dall’assessore Pepe. Per non parlare – prosegue la nota di Febbo – della Misura degli investimenti, con gli imprenditori che attendono invano da due anni di sviluppare interventi all’interno delle proprie attività agricole. Come bloccata è la misura relativa ai fondi destinati ai Comuni (7.4) per la quale non si ha traccia della graduatoria dopo quasi due anni della sua pubblicazione”. “Abbiamo milioni di euro fermi, un settore paralizzato, poche agroindustrie finanziate, aziende agricole vere in forte affanno e giovani che scappano dal mondo agricolo e dalle aree interne. Ciò significa – conclude Febbo – che siamo vicini al disimpegno ossia alla restituzione delle risorse all’Unione Europea”.