A Pescara questa mattina è stato donato un apparecchio per la brachiterapia all’ospedale Santo Spirito.
A seguito del sisma che ha colpito la nostra regione nel 2009 e nel 2016, la OSJ Charities Trust Fund, sotto il patrocinio del Gran Priory of Canada of SHOSJ Knights of Hospitallers of the Sovereign Order of Saint of Jerusalem Knights of Malta in collaborazione con la Federazione Nazionale degli Italo Canadesi, come segno di solidarietà, ha inteso donare all’Ospedale di Pescara un’apparecchiatura per le prestazioni di Brachiterapia.
La cerimonia di donazione si è svolta questa mattina, venerdì 29 marzo 2019, alle ore 10.15 presso la sala della direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Pescara, in via Fonte Romana, in presenza di: Armando Mancini, direttore generale ASL di Pescara; Vincenzo Di Egidio, direttore dipartimento dei servizi ospedalieri; Pierluigi Bonfili, responsabile unità operativa semplice dipartimentale radioterapia; Mario Cortellucci, Grand Prior of Canada SHOSJ Knights of Malta & President della OSJ Charities Trust Fund; Quinto Annibale, Solicitor General Grand Priory of Canada SHOSJ Knights of Malta; Tony Nalli, Aide-de-camp to the Grand Priory of Canada SHOSJ Knights of Malta & Director della OSJ Charities Trust Fund; Marco Marsilio, governatore della Regione Abruzzo.
La brachiterapia (dal greco «βραχύς», che significa “corto”, “da vicino”) è un trattamento radiante che utilizza sorgenti radioattive accuratamente disposte, per un intervallo di tempo prestabilito, all’interno o a contatto della neoplasia, oppure in stretta prossimità rispetto alla regione anatomica che – a seguito di trattamento chirurgico – risulti a rischio di recidiva locale di malattia.
Di fatto, costituisce un trattamento mirato dall’interno all’esterno del paziente, al contrario della radioterapia tradizionale i cui fasci di radiazioni raggiungono la lesione dall’esterno: la brachiterapia permette quindi un preciso posizionamento di sorgenti radioattive direttamente sulla zona interessata.
Nello specifico, il trattamento brachiterapico consente di erogare, attraverso una mirata calibrazione del movimento della sorgente radioattiva ad alto dosaggio, una rapida caduta dei livelli di dose nello spessore del tessuto biologico, incrementando le probabilità di ottenere un controllo locale della malattia, senza che ciò comporti un incremento del rischio di effetti collaterali per il paziente.
Inoltre, tale tecnica può spesso costituire una valida alternativa alla tecnica radiante a fasci esterni, garantendo tuttavia – rispetto alla radioterapia esterna – tempi di trattamento nettamente inferiori.
La brachiterapia costituisce un trattamento efficace per molte regioni anatomiche: in base alla sede di trattamento e alle modalità con cui vengono posizionate le sorgenti radioattive, si distinguono:
• la brachiterapia da contatto, nella quale le sorgenti radioattive sono poste a livello della superficie cutanea, nel caso, ad esempio, degli epiteliomi (neoplasie della cute);
• la brachiterapia interstiziale, nella quale le sorgenti radioattive sono impiantate con aghi direttamente nel contesto del tumore e dei tessuti immediatamente vicini, come nel caso del carcinoma prostatico, nei tumori del cavo orale, della mammella e nei sarcomi dei tessuti molli;
• la brachiterapia intracavitaria, nella quale le sorgenti sono posizionate all’interno di cavità anatomiche naturali, come per esempio nei tumori ginecologici;
• la brachiterapia endoluminale, nella quale le sorgenti sono veicolate, mediante appositi cateteri, all’interno del lume di Esofago o bronchi.
L’impianto brachiterapico, donato oggi all’ospedale Santo Spirito di Pescara, offre quindi un’importante opportunità terapeutica in ambito oncologico, non solo per i pazienti del territorio circostante ma anche per quelli provenienti da contesti geografici più distanti, essendo poche, e piuttosto distanti, le Unità Operative di Radioterapia che possono erogare tali prestazioni.