“Più ombre che luci”. Così i sindacalisti di Fim, Fiom , e Uilm descrivono l’insediamento e l’avvio delle attività dell’ Accord Phoenix, l’azienda per il recupero dei rifiuti elettronici che si è insediata nell’ex polo elettronico dell’Aquila a giugno, dopo trattative durate 5 anni.
L’impresa è arrivata all’Aquila come una boccata d’ossigeno in un panorama di grande crisi occupazionale e lavorativa, voluta fortemente dall’imprenditore inglese Ravi Shankar – che può contare su ingenti finanziamenti garantiti dai fondi per lo sviluppo provenienti dalla ricostruzione e grazie all’appoggio di Invitalia – . Dopo l’annuncio in pompa magna, all’inizio dell’estate, dell’avvio delle assunzioni, ora si è di nuovo allo scontro tra azienda e sindacati, che avevano preteso, d’accordo con la Regione e il Comune dell’Aquila, che i locali all’interno dell’ex Polo elettronico sarebbero stati messi a disposizione a patto che l’aziende avrebbe attinto al bacino aquilano dei disoccupati per l’organico: quelle 130 persone che dovrebbero lavorare su due linee distinte di produzione.
E invece l’azienda – denunciano i sindacati – starebbe assumendo personale al di fuori del bacino dell’ex Polo elettronico. Un punto sul quale ora le sigle sindacali vogliono vederci chiaro, e chiedono un incontro con la Regione, il Comune dell’Aquila, Invitalia e la ex Finmek. “Mentre molte decine di lavoratori sono ormai senza sostegno al reddito, nell’azienda circolano consulenti con stipendi da ‘favola’, e intanto vengono assunti lavoratori che già avevano un lavoro a tempo indeterminato con professionalità che possono essere individuate tranquillamente, e come stabilito con un accordo preventivo con l’azienda, all’interno del bacino dell’ex Polo Elettronico”, denunciano i sindacati.
Un esempio sarebbe l’annuncio fatto dai dirigenti dell’Accord Phoenix di voler assumere esperti ‘ragnisti’ (manovratori dei mezzi detti “ragni”) fuori dal bacino individuato, salvo poi scoprire che per essi è stato stabilito un corso di formazione: “Allora, che esperti sono?”, chiedono i sindacalisti. “Abbiamo l’impressione che si stia prestando più attenzione a spendere i soldi che a fare impresa”, queste le conclusioni, mentre c’è la percezione che “il gruppo dirigente dell’Accord Phoenix non abbia in mano la situazione, non sappia insomma come avviare le attività. E’ come aver messo il gioco del piccolo chimico nelle mani di un bambino di due anni”.
Il servizio del Tg8: