Bad Bank, si profila una soluzione. E’ più vicina una soluzione con la Ue per gli indennizzi ai risparmiatori delle 4 banche mentre il comparto è in movimento dopo l’offerta di Apollo per acquisire le sofferenze ed entrare nel capitale di Carige, proposta che potrebbe aprire le fila a un più generale arrivo di fondi esteri sul mercato italiano.
Accolta male dal socio di maggioranza Vittorio Malacalza, la proposta di Apollo secondo fonti viene descritta come “non ostile” e vedrebbe il fondo disposto a trattare mettendo sul piatto oltre all’impegno economico di 1,2 miliardi di euro (695 milioni per il portafoglio sofferenze da 3,5 miliardi, più 500 milioni di aumento di capitale) un progetto più complessivo non speculativo che garantirebbe a Carige l’indipendenza e la sede a Genova facendone un polo aggregante in grado di guardare anche alle 4 ‘good bank’ (se non tutte sicuramente due) in corso di cessione. D’altronde Apollo ha già un impegno con Carige nel comparto della banca assicurazione, mira a un intervento non di tipo speculativo e la soluzione, si sottolinea, risolve di un colpo i problemi di funding e liquidità della banca con un’operazione sulle sofferenze mai vista in Italia per dimensioni. Il ramoscello d’ulivo arriva così alla vigilia del nuovo cda espressione di Malacalza che eleggerà Bastianini come amministratore delegato. Malacalza ma anche altri soci hanno giudicato l’offerta di Apollo troppo severa (l’haircut del portafoglio è dell’80%) ricordando come non ci sia solo Apollo e che dalla Bce non c’è un ‘favor’ verso il fondo. Il consiglio, spiegano fonti non riconducibili ad Apollo, dovrà comunque prendere in considerazione la proposta formale e anche se la respingerà in seguito dovrà, secondo le nuove norme di vigilanza, fornire un piano alternativo credibile e fattibile. Le nuove norme previste dalla direttiva Brrd infatti assegnano a Francoforte ampi e intrusivi poteri. Ma non c’è solo Apollo. Altri fondi potrebbero seguirne il modus operandi che ‘rompe’ in un certo senso certe prassi consolidate mettendo i consigli di fronte alla scelta. Nella cessione delle 4 banche ad esempio le offerte che potrebbero arrivare dall’estero potrebbero avere un forte sconto rispetto agli 1,8 miliardi valorizzati dal Fondo di Risoluzione. E se il fondo e l’Italia stanno trattando con la Ue per allungare la scadenza della cessione, difficilmente giustificabile sarebbe un rinvio sine die o una sua cancellazione. I nuovi acquirenti poi potrebbero trovarsi una ‘moral suasion’ di una soluzione per gli azionisti azzerati, la gran parte dei quali clienti degli istituti. Il viceministro Enrico Morando infatti esclude provvedimenti legislativi che farebbero saltare il bando ponendo oneri eccessivi. Sugli obbligazionisti subordinati invece, Morando è sempre più ottimista. Una “svolta con la Ue è vicina” attraverso un allargamento delle risorse del Fondo di Solidarietà (quindi non obbligatorio) stabilito dalla legge di stabilità e allargando le maglie dei “ristori e non rimborsi” abbandonando il meccanismo arbitrale. Una soluzione eccezionale visto che si è trattato della prima volta dell’applicazione del bail in e che pertanto non sarebbe estesa a Veneto Banca o a Popolare Vicenza. Quest’ultima alle prese con un aumento di capitale in condizioni di mercato appunto difficili ma che ha ribadito come Unicredit, garante del consorzio, terrà fede all’impegno.