L’ex Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, traccia un bilancio della sua attività svolta negli ultimi tre anni nel Capoluogo di Regione.
“Sono stati tre anni e tre mesi professionalmente esaltanti e molto interessanti, non sono arrivato qui con la valigia pronta perché L’Aquila era per me un punto di arrivo. Sono andato via dopo aver avuto una di quelle offerte irrinunciabili: non si può rifiutare una promozione a procuratore generale e per giunta nella propria città”. Così l’ormai ex procuratore della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, nel fare il bilancio del suo lavoro nel capoluogo abruzzese, dove è arrivato nel dicembre 2012 dalla procura di Terni. Cardella, 65 anni, di origini siciliane ma trapiantato a Perugia, dove vive con la famiglia, proprio in quella città nei giorni scorsi ha assunto l’incarico di procuratore generale presso la corte d’Appello. Nella sua carriera, tra le altre cose, ha lavorato in Sicilia, in particolare a Caltanissetta dove, nel 1992, è stato impegnato per un anno alle indagini sulle stragi di Capaci e via d’Amelio. “Lascio una buona situazione, secondo me ottima, nel senso che ho la convinzione, la speranza, l’auspicio, che il gruppo di lavoro che si è costituito con me, sia magistrati sia forze investigative, possa benissimo continuare a lavorare come prima, forse anche meglio, a prescindere dalla mia presenza, trattandosi di persone esperte, responsabili, capaci di svolgere il proprio compito. Sono convinto che l’attività non subirà rallentamenti”, ha detto all’ANSA. Entrando nel merito dell’ attività, secondo Cardella, “dal punto di vista investigativo ho visto che i processi importanti innescati dal mio predecessore (Alfredo Rossini, ndr) sono andati a compimento e in gran parte a buon fine”. “Sono stati messi in cantiere altri procedimenti, ad esempio, quello sull’infiltrazione del clan dei Casalesi, sul caporalato e tutto il resto – ha spiegato ancora – altre iniziative verranno portate a compimento, speriamo in tempi celeri. Lascio comunque una situazione migliore anche come organizzazione, in tal senso confido molto nella realizzazione di questo sistema Crasi (Centro ricerca e analisi per lo sviluppo investigativo) creato grazie al fatto che la Dia ha creduto in noi. Il gruppo di lavoro è affiatato ed efficace – ha concluso – ci sono le premesse per produrre i risultati per i quali è stato creato”.
“La città ha dei punti di sofferenza per la dispersione di punti di riferimento che, soprattutto sui giovani, ha una influenza negativa”. Così l’ex procuratore Capo in merito alla ricostruzione dell’Aquila dopo il sisma . “Invece la ricostruzione del centro storico sembra sia avviata, le speranze ci sono, gli auspici sono buoni, si tratta di continuare e accelerare, se possibile”, ha concluso.