L’Abruzzo si mobilita per il piccolo Alessandro. Appello della Croce Rossa di Roseto.
Suo padre, nel 2009, dopo il devastante terremoto dell’Aquila, arrivò in Abruzzo da Roma per aiutare, come civile, le popolazioni colpite dalla tragedia. Ora, sua figlio di appena otto mesi è affetto da una rarissima patologia neuro degenerativa ed ha bisogno di un costoso viaggio ‘salvavita’ negli Usa per tentare le cure necessarie. L’Abruzzo, in vista del Natale, si mobilita per aiutarlo. Per farlo, il Comitato locale di Roseto della Croce Rossa Italiana ha lanciato una raccolta fondi. Il piccolo Alessandro è affetto dalla ‘malattia di Krabbe’, rarissima patologia neurodegenerativa che colpisce, secondo le stime, una persona su centomila. I bambini affetti da tale patologia mostrano, tra l’altro, ipersensibilità ai suoni, febbri ricorrenti, perdita di peso, arresto dello sviluppo, rigidità. Nella fase terminale diventano ciechi e sordi, sono incapaci di movimenti volontari e, in genere, muoiono entro i primi tre anni di vita. Ad oggi, spiegano alla Cri, sembra che le uniche chance siano il trapianto di cellule staminali – la cui sperimentazione in Italia è stata interrotta – il trapianto di midollo e la terapia genica sperimentale. Procedure a cui il piccolo può essere sottoposto negli Stati Uniti, ma per affrontare il viaggio e sostenere le spese relative alle cure, i giovani genitori di Alessandro – lui 31 anni, lei 34 – dovrebbero raggiungere una somma iniziale di 40mila euro.
“Alessandro è sempre in braccio a noi e non vuole essere lasciato – racconta all’ANSA il papà del bimbo – Ha problemi nei movimenti, non tiene il collo dritto, non sta seduto e quando piange l’attività motoria si blocca e lui diventa come un pezzo di legno. Ci siamo accorti dei primi problemi verso i quattro mesi, poi, dopo tutti gli accertamenti, a settembre, la conferma del fatto che si trattava della ‘malattia di Krabbe’. Ci è stato detto più volte che nostro figlio deve morire, per la sanità italiana non ci sono soluzioni e ci sentiamo abbandonati. Ma noi non ci arrendiamo: siamo già in contatto con gli Stati Uniti, per tentare le cure necessarie”. “Abbiamo conosciuto il papà di Alessandro in occasione del terremoto dell’Aquila: nel 2009 – dicono al Comitato locale di Roseto della Cri – partì da Roma, come civile, per aiutare la nostra terra e il nostro popolo, e dopo giorni di permanenza all’Aquila decise di dare una mano ai volontari dell’unità territoriale di Silvi, per una ventina di giorni. Così come lui ha aiutato l’Abruzzo in quella triste occasione, ora spetta a noi fare tutto il possibile per dare una speranza a lui, a sua moglie e al piccolo Alessandro”.