Un no alla violenza contro le donne lungo quanto il corteo degli 800 studenti che a Chieti sono scesi stamani in strada.
Sono centinaia gli studenti che questa mattina, a Chieti, hanno detto il loro no alla violenza sulle donne. In piazza Vico, la manifestazione organizzata dall’Istituto Galiani – De Sterlich, con le ragazze e i ragazzi che hanno letto testimonianze, steso striscioni, recitato poesie in diverse lingue, tra t-shirt e le “scarpette rosse” diventate ormai un simbolo della Giornata contro la violenza sulle donne celebrata proprio oggi, 25 novembre. Gli studenti hanno riflettuto sui dati di una violenza fisica e psicologica sempre più subdola e diffusa, soprattutto invitano tutte quelle donne che sono vittime di abusi a denunciare, a non subire. C’è stato un momento, toccante, in cui una studentessa ha letto la testimonianza vera di una loro compagna, e c’è chi si commuove. Un ragazzo con gli altri studenti ha intonato la “Donna Cannone”, il celebre brano di De Gregori come colonna sonora della giornata di oggi che si è conclusa con palloncini rossi liberati verso il cielo, verso la libertà.
Ed è attivo un numero il NUMERO VERDE 800432500, per tutte quella donne che vogliono chiedere aiuto o semplicemente ottenere informazioni e avere assistenza.
Anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha voluto esprimere il suo pensiero nella Giornata contro la violenza sulla donne, e lo fa in un post su Facebook.
“#NOVIOLENZADONNE365GIORNIL’ANNO. Questo è il mio buongiorno. Oggi è il giorno che l’ONU dedica dal 1999 alla lotta contro la violenza sulle donne. Una vergogna, soprattutto italiana, che andrebbe estirpata sin dall’origine e che non può avere mai scusanti per chi esercita la violenza. Noi a Chieti abbiamo in questi anni cercato di dare il nostro contributo e costituito la ‘rete anti violenza’ per prevenire ed aiutare le donne che la subiscono e come amministrazione abbiamo messo a disposizione un immobile protetto dalla segretezza dell’indirizzo per coloro che devono allontanarsi da casa per sfuggire alla violenza del proprio uomo.”